MESSINA. Quanti, dopo l’apertura del giugno 2017, hanno fatto visita al Museo Regionale? In quanti, messinesi e non, si sono soffermati ad ammirare le due tele di Caravaggio, vale a dire l’Adorazione dei pastori e la Resurrezione di Lazzaro, od il Polittico di San Gregorio di Antonello da Messina? In pochi. O meglio, meno di quanti lo hanno fatto lo scorso anno. A rivelarlo sono i dati su incasso e visitatori delle strutture museali regionali, forniti dall’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana (cui è affidata la gestione, a differenza delle strutture competenza della Città Metropolitana o dei Comuni). E quello che emerge è che nell’anno appena trascorso la struttura di viale della Libertà ha “staccato” 8577 biglietti in un anno (oltre il doppio, 17.500 sono entrati gratis), e incassato poco più di 67mila euro.

Da questi numeri emerge come nel 2018 (ultimo anno concluso e del quale si hanno quindi i risultati completi) il Museo Regionale abbia registrato circa 7.000 visitatori in meno e perso circa 6.800€ di incasso rispetto al 2017: nel 2017 infatti i visitatori furono 33.058, divisi tra 9.059 paganti e 23.549 entrati con un biglietto gratuito, per un incasso di 73.940€, più dei 26.062 (8.557 paganti e 17.485 gratuiti) visitatori del 2018, che hanno fatto incassare al Museo 67.160€, e molti di più rispetto ai 19.252 (7.072 paganti e 12.180 gratuiti) del 2016. Calano quindi i paganti, ma anche i visitatori che potrebbero entrare gratuitamente a vedere l’originale della Fontana del Nettuno scolpita da Giovanni Angelo Montorsoli o soffermarsi nella sala che ospita il Giudizio universale di Girolamo Alibrandi o la Deposizione dalla Croce di Colijn de Coter.

Un calo netto, del quale però non soffre la totalità delle altre strutture dislocate nel territorio messinese. Senza andare troppo lontano, anche il Museo di Villa de Pasquale, il cui ingresso è sempre gratuito, ha perso – come è possibile notare dalla tabella – 1.700 visitatori rispetto al 2017. A registrare i migliori risultati è il Teatro Greco di Taormina, che nel 2018 è stato visitato da quasi 900.000 persone, raccogliendo più di 6.8 milioni di incasso. Fanno meglio del Mume addirittura anche i siti di Giardini Naxos e l’Antiquarium di Tindari, e persino il museo archeologico eoliano.

Come mai il museo messinese non ha l’appeal che meriterebbe (nonostante i turisti in città siano in aumento)? Probabilmente una non eccezionale comunicazione (eufemismo per dire che non esiste un sito internet), che non mette adeguatamente in risalto i capolavori esposti, ma anche problemi di natura strutturale. Uno dei quali è stato oggetto di un’interrogazione, da parte del deputato regionale del Pd Franco De Domenico, al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, “che attualmente è responsabile ad interim dell’Assessorato ai beni culturali – scrive De Domenico – in relazione ai disagi patiti nei giorni scorsi dai visitatori del museo di Messina, a causa del cattivo funzionamento dell’impianto di aria condizionata, proprio nel pieno della stagione turistica. Anche se sembra che la situazione si sia normalizzata – conclude De Domenico – la questione Museo di Messina merita un approfondimento ed un confronto per capire quali siano le strategie di sviluppo dell’ampio complesso museale”.

 

 

 

 

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Filippo Cucinotta
Filippo Cucinotta
17 Luglio 2019 15:57

Un dato su cui rifletterei è che solo un terzo dei visitatori paga il biglietto. Ciò significa che l’attrattività reale del museo (quindi non gonfiata da eventi spot, come le domeniche gratuite o le visite di scolaresche) è veramente irrisoria.

Santina
Santina
15 Agosto 2019 22:49

Soprattutto diviene irrisoria quando organizzano delle aperture straordinarie del museo, oltre le 17 e 30, come stasera ,serata di ferragosto, e quando si arriva all’ entrata scopri che non puoi entrare ad ammirare i beni che appartengono a tutta la società e non ad un privato; poiché al contrario di quel che leggevi nei notiziari, dovevi prenotare prima e far parte dei 200 dell’apericena.