MESSINA. Il silenzio delle iniziative legate al fronte del “No ponte” era stato dettato dallo scetticismo riguardo la possibilità dell’avvio dei lavori dell’opera. Oggi, invece, si vogliono ricompattare tutti gli oppositori in seguito anche alla formazione dell’intergruppo dei parlamentari all’Ars in favore della grande opera. L’obiettivo della “Rete No Ponte“, che si è riunita oggi pomeriggio a Palazzo Zanca, è quello di partecipare alla Marcia per il clima e contro le Grandi Opere del 23 marzo a Roma convogliando dalla Sicilia quante più persone possibili. A introdurre gli interventi l’ex consigliere comunale Dino Sturniolo, il prof. di Urbanistica dell’Università di Firenze Alberto Ziparo e il giornalista Antonio Mazzeo.

Ecco il manifesto dell’Assemblea

«C’è una Sicilia che resiste. E’ la Sicilia che ha fermato la costruzione dell’inceneritore di Milazzo e le trivelle a Licata. E’ la Sicilia che si batte contro le discariche, contro il Muos, per la bonifica dei territori devastati dalle produzioni inquinanti, per il reddito, per diritti e dignità sui luoghi di lavoro, in favore dei fratelli migranti. E’ la Sicilia che lotta per la continuità territoriale e che rivendica infrastrutture di prossimità, la messa in sicurezza del territorio dal rischio sismico e idrogeologico, servizi pubblici dignitosi, che vuole l’acqua nel rubinetto e non il Ponte sullo Stretto. E’ la Sicilia che il Ponte sullo Stretto lo ha già sconfitto una volta e che sarà costretta a rifarlo contro l’alleanza di partiti, sindacati e associazioni imprenditoriali che, negli ultimi tempi, ha dato vita ad un rinnovato attivismo sì ponte».

«Il Presidente della Regione Nello Musumeci, per primo, invece di battersi per una moderna infrastrutturazione stradale e ferroviaria in Sicilia, ha ribadito la sua posizione favorevole nei confronti della grande opera, che egli reputa addirittura imprescindibile per la Sicilia, e si è rivolto al Governo nazionale affinché si pronunci in merito alla realizzazione del Mostro sullo Stretto. Più volte nello stesso senso si è pronunciato anche il suo assessore alle infrastrutture Marco Falcone. Il centro-destra tutto, con la sua deputazione locale in prima linea, ne ha fatto una bandiera. Sulle due sponde dello Stretto sia la Cisl che l’Ance (l’associazione dei costruttori) sono più volte intervenute chiedendo al Governo nazionale di investire sull’infrastruttura. I Sindaci di Messina e Villa San Giovanni sono, poi, dei veri e propri fan dell’opera. Il Ponte ha, insomma, trovato tanti agit-prop e persino alcuni nopontisti sono diventati sipontisti».

«Il progressivo impoverimento della Sicilia e del Meridione nel suo complesso, l’assistere impotenti a pezzi di generazioni che abbandonano le proprie città per emigrare al nord, l’assenza di un’idea altra che non sia la svendita del territorio agli speculatori delle Grandi Opere ha reso fertile il terreno per chi voglia sostenere che l’avere fermato la costruzione del Ponte sullo Stretto abbia compromesso il futuro delle nostre comunità. Peccato che a dirlo siano spesso rappresentanti di quei partiti che hanno governato Messina, la Sicilia, l’Italia».

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