MESSINA. Si è svolto questa mattina, nei locali della V Circoscrizione, a Villa Lina, il consiglio congiunto di tutte e sei le circoscrizioni per lanciare un ultimatum al sindaco Cateno De Luca sul tema del decentramento amministrativo, previsto per legge (ipotesi tra l’altro votata anche dal consiglio comunale qualche giorno fa), ma mai attuato malgrado quanto previsto dalla legge 11 del 2015 e nonostante la scadenza dei 180 giorni stabiliti dalla normativa.
Gremita la piccola sala del quartiere, con decine di rappresentanti delle municipalità che hanno partecipato al dibattito. Presenti inoltre numerosi consiglieri comunali, il presidente del civico consesso Claudio Cardile, il parlamentare di Forza Italia Nino Germanà e il deputato regionale del M5S Antonio De Luca, intervenuti poco prima dell’assessore regionale alle Autonomie locali Bernardette Grasso, giunta appositamente da Palermo, che ha ascoltato le ragioni degli esponenti di tutte le sei circoscrizioni.
«Il decentramento è fondamentale per la città di Messina. Lo chiediamo dal giorno del nostro insediamento. Abbiamo atteso a lungo delle risposte che non sono mai arrivate. Adesso, trascorsi i 180 giorni previsti, chiederemo all’assessorato regionale l’invio di un commissario”, ha spiegato il “padrone di Casa” Ivan Cutè. Un punto di vista condiviso da tutti gli esponenti dei quartieri e da tutte le forze politiche, che hanno puntato il dito all’unisono contro il primo cittadino, accusato di essere in perenne campagna elettorale e di non aver mai voluto ascoltare le ragioni dei consiglieri, che da mesi si battono per l’attuazione di una legge che garantirebbe alle circoscrizioni maggiore autonomia amministrativa. Sia in campagna elettorale che nel corso del suo mandato, De Luca ha a più riprese sottolineato la volontà di chiudere le circoscrizioni e l’intenzione di formare dei comitati civici circoscrizionali. «Andrebbero bene in un paesino, di sicuro non una città di 230mila abitanti», è la replica trasversale della controparte.
«L’incontro è stato molto positivo e partecipato – è il commento del presidente del IV quartiere Alberto De Luca – Lavoreremo tutti insieme per l’attuazione della legge, per avere la possibilità di dotare le circoscrizioni di un proprio bilancio e un proprio potere di spesa. Io mi sono insediato dal 4 luglio e non sono riuscito a cambiare una sola lampadina. Se ci fosse stato il decentramento avrei potuto dare delle risposte immediate».
Fra gli interventi, molto agguerriti, in particolare, quelli di Renato Coletta del IV Quartiere e di Antonio De Luca, che già nelle scorse settimane aveva chiesto l’intervento della Regione e il commissariamento del sindaco. «Oggi Cateno De Luca sta facendo politica in maniera illegittima, svilendo il ruolo di tante persone che lavorano giorno e notte e non arrivano a prendere 300 euro al mese. Questo signore – ha commentato il deputato pentastellato – si permette di emanare una circolare ai suoi assessori in cui dice di non rispondere alle istanze dei consiglieri di quartiere. Ma chi crede di essere?»
Ad alimentare i malumori dei consiglieri, inoltre, una delibera di fine dicembre che affiderebbe ai privati alcuni servizi oggi in capo alle circoscrizioni. A beneficiarne, secondo i consiglieri, anche la Fenapi, creatura del sindaco Cateno De Luca (che oggi però non riveste alcuna carica in seno alla società)
Al termine del consiglio congiunto, la risposta dell’assessore Bernadette Grasso: «Ho già dato disposizione al dipartimento perché proceda all’ispezione. Mi avvarrò dei poteri che prevede la legge e manderò un ispettore per verificare quali sono le cause ostative all’avvio del decentramento. Ci sono servizi che per legge non possono essere esternalizzati, come i servizi anagrafici. Invito il consiglio a prevedere le funzioni da delegare ai quartieri e prevedere i fondi nel bilancio, perché se arriva il commissario ed il bilancio non è pronto e le risorse non si possono prevedere, la lampadina manca e continuerà a mancare».
