MESSINA. “In ogni palazzo in cui sono arrivato qualcuno mi ha regalato una fascia. I presidenti delle sei circoscrizioni hanno voluto fare questo gesto scegliendo la fascia e pagandola di tasca propria. Per questo chiedo a Renato se la sua vuole portarla con sè come ricordo, io indosserò quella che mi è stata donata per questa occasione. Io l’ho fatto quando è stato il mio turno. E’ un atto di conciliazione per tutta l’intera città”. La strategia di distensione di Cateno De Luca iniziata ieri continua anche oggi. E continua in maniera quasi sorprendente, per chi ancora conosce solo superficialmente il sindaco di Messina Cateno De Luca.

Che da ieri ha totalmente seppellito l’ascia di guerra (almeno nelle uscite pubbliche) e parla da sindaco di aggregazione piuttosto che da belligerante candidato, come aveva fatto fino a una settimana fa. Oggi, il passaggio di consegne con il sindaco, che non è più tale da ieri alle 17, Renato Accorinti. Un passaggio di consegne che formalmente sancisce un messaggio di pace, collaborazione e mani tese da entrambi i lati.

Lo testimonia lo stesso Accorinti: “La città continua a camminare perchè vuole migliorare. Sono strafelice di aver lavorato qui dentro dando l’anima, è stata un’opportunità di servire. Se la città migliorerà saremo ovviamente tutti felici: in caso contrario dovranno essere i cittadini a dirlo, “sindaco, cosa fai?”, come atto di amore per la città”. Poi accade qualcosa di incredibile. “Io vorrò vedere quello che è stato promesso in campagna elettorale, dal casinò al tram al licenziamento dei dirigenti”, annuncia Accorinti, e inaspettatamente il pubblico applaude. Poi un siparietto, con l’ex sindaco che fa finta di rispondere ad una telefonata di Papa Francesco, e il pubblico che rumoreggia.

De Luca invece sorride, abbozza, la prende con sportività, poi commenta. “E’ un modo simpatico di passare le consegne, d’altra parte siamo due personaggi egocentrici, va bene così”. Clima disteso, grandi sorrisi (ogni tanto un po’ tirati), pubblico che prima ha brontolato poi, visto l’atteggiamento di De luca, ritrova l’allegria, intona “Cateno! Cateno!”, quindi applaude.

De Luca non fa una piega, mantiene l’aplomb e consegna idealmente ad Accorinti, oltre alla fascia tricolore come ricordo, anche l’onore delle armi. “Nel 2013 si è aperto un varco rispetto al sistema che ha messo in ginocchio la città. Avendo tu, Renato, aperto questo varco, forse oggi è per questo che ci sono io. La vera rivoluzione di questa amministrazione, però, è la normalità. Le cose che abbiamo detto in campagna elettorale faremo di tutto per attuarle. Abbiamo già iniziato con le delibere di indirizzo per rendere funzionale ed efficace il palazzo”, dichiara, mettendo comunque in chiaro che l’azione di “due diligence” iniziata ieri sugli atti degli ultimi 45 giorni dell’amministrazione Accorinti non solo va avanti, ma si inasprirà ancora di più.

Poi altra apertura: “Il quadro disastroso che tu hai ereditato io fortunatamente non l’ho ereditato, tu una grossa parte l’hai già fatta. Voglio che facciate un applauso, vero e sentito, a Renato Accorinti e alla sua giunta. Non siamo qui per fare i censori e per smontare le cose buone che abbiamo trovato. Spero che ci sarà la possibilità di aiutarci, e non escludo che “vi disturberemo” per avere qualche chiarimento e qualche aiuto rispetto ad atti amministrativi”.

Cerimonia breve, con molti significati. Cateno De Luca compie interamente la metamorfosi: da candidato di rottura a sindaco di tutti, che non lesina meriti e non esita a dare a Cesare quel che è di Cesare. Per la “battaglia amministrativa” agli atti di quello stesso Cesare c’è tempo. Ma probabilmente è già cominciata. Come forse è anche giusto che sia.

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