MESSINA. “Noi siamo qui perchè amiamo Messina. Per questo ho deciso di candidarmi a sindaco di Messina”. Dopo mesi di tira e molla in cui non aveva mai chiarito se volesse correre o meno per la poltrona più alta di Palazzo Zanca, Daniele Zuccarello rompe gli indugi e per la prima volta pronuncia la fatidica parola. Sindaco.

E subito dopo fa mezzo passo indietro, aprendo ampie praterie all: “Dò un segno di apertura: sediamoci, discutiamo sui temi della città e sui progetti. Stiamo presentando un piano fattibile, e possiamo scegliere di condividere un percorso comune. Cammineremo con chi sposerà il nostro programma e punterà sull’impresa. Altrimenti camminerò da solo, con la compagnia del movimento Missione Messina. E sarò comunque candidato al consiglio comunale”.

In sala, una sala Sinopoli del teatro Vittorio Emanuele piena per il doppio della capienza, di potenziali partner e padrini per la candidatura ce ne sono parecchi, Da Nino Germanà, fresco di seggio alla Camera, a Carmelo Picciotto, presidente di Confcommercio, da Enrico Spicuzza, presidente dei commercialisti e del quale da un anno si sussurra di una candidatura a un paio di consiglieri comunali.

Niente “squadra”, niente deleghe, niente liste,e niente candidati, come ha fatto un mese e mezzo fas Cateno De Luca, suo concorrente alle amministrative: piuttosto, una parata di chi lo sta affiancando in Missione Messina, soprattutto giovani.

Più che una presentazione tradizionale, quella di Zuccarello è stata una kermesse: video alle spalle, in piedi a calcare il palco, il consigliere comunale ha parlato dei cinque punti del suo programma, divisi in altrettanti sottopunti: impresa, turismo, ambiente, patrimonio, sport e cultura. Nessuna soluzione stravagante, Zuccarello è andato sul sicuro, senza troppi voli pindarici, sottolineando l’importanza del coinvolgimento dei privati e delle partnership. “Il governo della nostra città è stato sempre anti-impresa, e invece l’impresa porta lavoro e il lavoro porta benessere. E l’impresa è il punto fondamentale del mio programma”, ha spiegato a più riprese.

Ricapitolando: rete si, partiti no. Progetti si, candidatura a tutti i costi no. Cambiamenti si, politica clientelare no. E la sensazione che, oggi, Zuccarello le sue carte non le abbia scoperte fino in fondo.

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