MESSINA. Un’assemblea cittadina, che si terrà domenica 19 novembre, alle 17:30, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, rivolta a tutti coloro “che hanno vissuto con sgomento e sconforto” l’esito delle elezioni del 5 novembre. È l’iniziativa promossa da Cambiamo Messina dal Basso per esprimere la propria indignazione e fare al contempo autocritica, analizzando le ragioni del voto ma anche le idiosincrasie dell’amministrazione Accorinti, con l’obiettivo di trasformare la rabbia in una rinnovata voglia di cambiamento.
“Le regionali – si legge nella nota di presentazione dell’evento – ci ha messi di fronte ad una realtà amara: le roccaforti dei vecchi sistemi di potere non sono state espugnate; alcune, anzi, sembrano essersi rafforzate; altre, nuove, sono state edificate; altre ancora hanno cambiato volto, ma vecchi sono l’arroganza e lo sfoggio di potere. Non vi nascondiamo che questo riemergere di un ceto politico più concentrato sui propri interessi particolaristici che sul servizio alla collettività ha aggiunto altro fuoco alla fucina già incandescente delle nostre riflessioni su noi stessi come singoli e come movimento, sui nostri limiti ed errori, sull’esperienza dell’amministrazione Accorinti con le sue contraddizioni, i suoi risvolti concreti e la sua carica ideale. Ci siamo chiesti cosa ne fosse del cambio culturale che spesso abbiamo invocato. Per alcuni istanti abbiamo anche sperimentato un senso di impotenza e fallimento”.
“Abbiamo però provato a leggere più a fondo dentro le dinamiche complesse di questa singolare città – prosegue il testo – Siamo stati molto colpiti dall’indignazione di coloro che abbiamo incontrato e di chi ha affidato ai social i suoi sentimenti. Abbiamo sentite come nostre la rabbia, la rassegnazione, lo sconforto, la delusione, l’amarezza, ma anche la voglia di reagire e la speranza che i semi gettati possano pian piano germogliare. Abbiamo pensato che l’eredità di questi anni non può andare perduta e che l’energia della rabbia può essere trasformata in una rinnovata forza di cambiamento. Per questo crediamo sia necessario uscire dalle nostre case ed incontrarci, guardarci negli occhi, ritrovarci anche con le nostre diversità, provare a costruire con determinazione e creatività una risposta collettiva. Scriveva don Milani: “Il problema degli altri è uguale al mio: sortirne da soli è avarizia, sortirne insieme é politica”».
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