MESSINA. Una lettera, sottoscritta dai gruppi aderenti alla Tenda della Pace e indirizzata ai Capi di Stato e di Governo del G7, per proporre un nuovo modello di società, basato sui valori dell’uguaglianza e dalla solidarietà sociale. Tradotta in tutte le lingue, la missiva è stata inviata al Governo italiano, ai sindaci di Messina e Taormina e alle ambasciate dei paesi aderenti al summit del 26 e 27 maggio. 

A sottoscrivere la lettera, oltre a singole cittadine e cittadini che hanno firmato la petizione on line su change.org e il cartaceo a Piazza Duomo durante l’evento del 19-21 maggio, sono stati i seguenti gruppi, comunità e associazioni: Consulta Provinciale degli Studenti di Messina, La Comunità per lo sviluppo umano – Ahimsa, Legambiente Messina, Shanga dello Stretto, Movimento dei Focolari – Messina, Comunità di Base – Messina, Corpo nazionale giovani esploratori ed esploratrici italiani (Cngei), Una famiglia per amico, Unione degli studenti – Messina, Movimento eucaristico giovanile (Meg) – Messina,  Piccola comunità nuovi orizzonti, Italia Nostra, Segretariato attività ecumeniche Messina, Centro Islamico – Messina, parrocchia di S. Domenico – Messina, Lunaria cooperativa sociale, associazione Kora – Spazio cultura sostenibile, gruppo tematico “Nonviolenza, pace, disarmo, NoMuos” di Cambiamo Messina dal Basso, Zero Waste Sicilia, Puli-amo Messina, associazione culturale Messina – Russia, Banca Etica Sicilia Nord Est, Pax Christi Catania, Cambiamo Messina dal Basso, Centro Tao – Messina.
 

È possibile accedere alla sottoscrizione on line da questo link. Qui invece per visionare le firme di cittadine e cittadini raccolte durante l’evento.

Di seguito il testo integrale della lettera:

La Tenda della Pace è un luogo, un simbolo, ma soprattutto la casa comune dove tutti insieme, noi donne e uomini di Messina, appartenenti a diverse comunità, associazioni, gruppi e movimenti, abbiamo deciso di riunirci al fine di condividere l’idea e l’impegno per la Pace.

Proveniamo da esperienze diverse di tipo politico, culturale, religioso e di variegato impegno civile. Abbiamo storie talvolta differenti, ma non per questo necessariamente in disaccordo le une con le altre. Il nostro modo di comunicare avviene attraverso l’incontro, il confronto, la preghiera, il silenzio, la “convivialità delle differenze”. Ci tiene uniti un desiderio comune di Pace, quella reale, da conquistare senza armi né guerre; senza barriere né imposizioni; senza l’uso della forza come fine primo, né l’uso del denaro come mezzo per negoziazioni politiche. Siamo, invece, per la sensibilizzazione delle coscienze e il ricorso al dialogo con tutti: tentiamo di ispirarci all’ideale della nonviolenza, secondo cui ogni forma di violenza va condannata e bloccata, ma ogni persona merita sempre una possibilità di riscatto e va rispettata nella sua dignità. 

Viviamo in un mondo in cui la guerra distrugge migliaia di vite umane; in cui meno del 20% degli abitanti della Terra possiedono più dell’80% delle sue ricchezze; in cui qualche multinazionale possiede ricchezze superiori al PIL di intere nazioni; in cui gli Stati spendono sempre meno per la scuola, l’occupazione, i diritti sociali, e sempre più in una folle corsa agli armamenti; in cui l’uomo depreda e stupra il pianeta, dimenticando che gli è stato dato in prestito dalle generazioni future. Viviamo in un mondo in cui si muore di sete e di fame e migliaia di persone sono costrette a lasciare la loro terra in cerca di una vita migliore, affrontando la morte in mare o il dolore di una frontiera chiusa; in cui si alimenta il mito della sicurezza e si fa leva sulla paura delle persone per creare falsi nemici da combattere; in cui l’Impero della Finanza domina sulla Politica, nobile arte. Come si può accettare che si armino i conflitti mondiali e poi si organizzino conferenze di pace? Come si può accettare che nel mondo muoiano di fame 40.000 bambini al giorno? Vi sembra giusto tutto questo? A noi non sembra giusto. E non ci sembra che le soluzioni che di volta in volta adottano, in modo unilaterale e prepotente, gli Stati più potenti e ricchi stiano diminuendo nel mondo povertà e ingiustizia sociale, o stiano interrompendo lo spargimento di sangue. Se misurassimo, invece che il Prodotto Interno Lordo, la Felicità Interna Lorda degli Stati, troveremmo indici di felicità?

La globalizzazione non può essere l’imposizione di un modello economico e culturale unico: i popoli chiedono di autodeterminarsi, di partecipare, di lavorare dal basso, di costruire comunità con le loro diversificate culture, esigenze e visioni del mondo. 

Quale parte di umanità rappresentate voi? Quale modello di mondo proponete?

Un tempo la storia la scrivevano i vincitori, adesso il mondo sta cambiando e la si scrive ogni giorno e ogni momento in ogni angolo della terra, con linguaggi differenti: e ciascuno ha diritto ad avere voce.

Non possiamo sposare la retorica con la quale si affrontano le scottanti piaghe che quotidianamente sconvolgono il mondo: guerre, violenze, povertà, atti di razzismo e sopraffazione. Alla guerra si risponde con la pace, alla violenza con il disarmo e la nonviolenza. La corsa agli armamenti e la costante ricerca di soluzioni attraverso l’uso della forza, alla fine, non porteranno da nessuna parte: semineranno solo odio e morte. Un giorno le prossime generazioni ce ne chiederanno conto. Il vorticare degli intrighi e degli interessi economico-finanziari, il possesso arbitrario dei territori e dei popoli che li abitano, le guerre, un giorno non daranno ragione a chi li governa. 

Chiunque provochi o assecondi questi processi non ha nessun motivo per non fermarsi, adesso, facendo tesoro delle istanze degli ultimi. Questo chiediamo a voi: fermare quest’onda di egoismi. Investiamo la nostra spiritualità, le nostre fedi e la nostra ragione verso il comune senso del vivere civile, in pace gli uni con gli altri, nella convivialità delle differenze. Vorremmo che restasse nei vostri ricordi l’essere stati ospiti in una terra di Pace e d’accoglienza, la cui nobile storia parla di emigranti ed immigrati. Un’Isola la cui cultura è stata e sarà sempre in perenne divenire. Una terra che ha sofferto ma anche gioito, e che dinnanzi alle difficoltà non si è mai arresa e mai lo farà.

Vi esortiamo a ragionare tutti insieme, in questa provincia del Sud Europa, dove noi tentiamo di interagire secondo il semplice principio del pensare globale e agire locale. Siamo una piccola comunità, ma non per questo rinunciamo a coltivare la grande speranza che i nostri principi siano da esempio al mondo e a voi, in questo preciso momento. La povertà è figlia della disuguaglianza; la guerra, dell’intolleranza e dell’avidità.  Colmare le differenze tra il centro e le periferie del mondo, così come delle nostre città, è un obiettivo imprescindibile. E’ necessario ridare voce a chi non ha voce. E’ necessario interrompere la follia della corsa agli armamenti, riconvertire l’industria bellica, abbattere le spese militari, comprendere che la difesa non è solo quella armata e che la sicurezza si difende creando condizioni di vita più dignitose per tutti, esplorare modelli di gestione nonviolenta dei conflitti. Riflettete, “potenti” della Terra. Lasciatevi mettere in crisi da questa Sicilia, terra di incontro e di tolleranza, di comunione di culture e religioni, di sole e di mare. Ricerchiamo la Pace, quella vera, quella capace di bloccare ogni forma di sopruso e di violenza, quella che cammina di pari passo con la giustizia e con la dignità. Proviamo a realizzare una democrazia che punti a globalizzare la solidarietà, la giustizia, la sostenibilità dell’ambiente. Ogni luogo reca in sé i segni di ciò che potenzialmente può essere. Facciamo di ciò un orizzonte comune, un obiettivo obbligato e indifferibile. Ènecessario “restare umani”. Anzi, tornare umani.

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