MESSINA. Che Messina abbia un rapporto conflittuale con le isole pedonali non è un mistero per nessuno. Le sopporta a stento, ne chiede l’abolizione quando vengono istituite e quando ci sono si comporta come se non ci fossero. E’ accaduto per anni con quella di via Antonio Laudamo, la perpendicolare alla via Garibaldi che costeggia il teatro Vittorio Emanuele. Chiusa al traffico ma di fatto aperta al parcheggio, con un divieto di accesso ma la consuetudine di entrarci ugualmente e posteggiare: un tacito accordo valido sia per i due minuti di prelievo al bancomat che per la mezza giornata d’ufficio.

A rendere ulteriormente curiosa la questione, erano le modalità di chiusura della strada, “interdetta al traffico” da piccole colonne unite da altrettanto piccole catene. Che la mattina qualcuno spostava per consentire l’ingresso ed il comodo parcheggio sotto gli alberi, forte del fatto che le ultime multe elevate lì, in via Laudamo, risalgono probabilmente a quando il verbale si pagava ancora in lire. Da qualche settimana, anche le colonnine sono scomparse, quasi a legittimare lo status di isola che non c’è. E in realtà non c’è davvero, l’isola, amministrativamente parlando. Però, si, insomma, c’è. O ci sarebbe.

Le colonnine che avrebbero dovuto impedire l’accesso alla via Laudamo, prima…

…e dopo la rimozione, per via del passaggio del Giro d’Italia

 

 Come stanno le cose lo spiega Mario Pizzino, dirigente alla Viabilità del comune di Messina: “In realtà da un’indagine che abbiamo effettuato qualche tempo fa, risulta che la via Laudamo non è mai stata isola pedonale“. Rivelazione clamorosa, che lo stesso Pizzino chiarisce subito dopo.

“La strada fu chiusa nel 1996, ai tempi dell’amministrazione guidata da Franco Providenti, ma tecnicamente è “solo” una strada chiusa al traffico, non isola pedonale. Infatti è stata chiusa con ordinanza sindacale e non provvedimento di giunta, come è necessario amministrativamente per le isole pedonali”. Il cartello all’ingresso della stradina però recita “Area pedonale”. “E infatti il cartello non è corretto: intendiamoci – spiega Pizzino – gli effetti sono gli stessi, le auto non possono accedervi, ma il cartello non è quello adatto”.

Fino a qualche settimana fa, ad impedire l’ingresso delle auto c’erano delle colonnine con una catena, regolarmente spostate per far spazio alle macchine. Ora nemmeno quelle. “Le colonnine sono state rimosse perché lo hanno chiesto per il Giro d’Italia – spiega il dirigente – ma che ci siano o non ci siano non è rilevante: lì c’è un divieto di accesso, con le auto non ci si deve entrare”. Speranza vana, visto che la via è diventata un parcheggio in piena regola.

 

Ricapitolando: l’area pedonale amministrativamente non ci sarebbe, ma è come se ci fosse, perché la sanzione è ugualmente in vigore. L’area di parcheggio, invece, non c’è, ma è come se ci fosse, perché nonostante l’ingresso alla strada sia vietato, in decine al giorno se ne infischiano. Non ci si potrebbe accedere, ma ci si entra lo stesso. Tacitamente. Per consuetudine. Anzi, per desuetudine. Al rispetto delle norme.

 

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