MESSINA. “Cosa fare di questa zona? Un parco archeologico e naturalistico. La nostra Central park. Anzi meglio, perchè New York dal punto di vista naturalistico non è così bella”. Renato Accorinti, al solito, non si contiene con gli entusiasmi. L’ex sindaco di Messina, all’inaugurazione del playground da basket nella zona falcata da lui donato alla città, ha però trovato un alleato istituzionale in quello che immagina (lui, ma pressochè tutti i messinesi che da decenni sentono parlare di riqualificazione dell’area e dagli stessi decenni non vedono un benchè minimo cambiamento) come il motore propulsore del cambiamento di Messina.

“Speriamo che sia l’inizio di un processo di valorizzazione che consenta a Messina di riappropriarsi di questa zona, creando le condizioni perchè da un lato ci si possa divertire e ma dall’altro si possa lavorare”, gli ha infatti fatto eco Mario Mega, che messinese non è, ma è il presidente dell’Autorità portuale, titolare delle aree su cui sorge il campo da pallacanestro intitolato a George Floyd.

Quello che dovrebbe diventare la zona falcata, in realtà, è stato ufficializzato in mezza dozzina di progetti, piani, tavoli tecnici, cabine di regia e conferenze di servizi: ad oggi tutte rimaste sulla carta. L’ultimo, in ordine di tempo, è il “Patto per la Falce”, firmato da Rosario Crocetta, Antonino De Simone, Renato Accorinti e Pietro Navarra in rappresentanza di Regione Siciliana, Autorità portuale di Messina, Comune e Università, “per la semplificazione ed il coordinamento procedurale per l’approvazione del piano regolatore del porto di Messina”.

“Condividere il ragionamento sulla Falce con l’Autorità Portuale significa cogliere l’occasione per rilanciare un processo di riqualificazione della città a partire dal porto storico, che vede nella Falce il fulcro e la testata pregiatissima − Real Cittadella (FAL 2) e area in oggetto (FAL 3) – di un sistema che a nord si connette con la Palazzata e a sud, attraverso un sistema di mobilità dolce, col parco lineare attrezzato e le altre proposte progettuali contenute nel PIAU (attività terziarie, residenziali,…)”, si legge nei principi del piano.

Ovviamente, tutto parte dalla Falce: ” È il luogo originario che ha accolto in sé tutto il meglio e il peggio della città. È sintesi della sua storia, della sua geografia e del suo sviluppo. È un compendio che contiene la sfera materiale e quella simbolica e che, nonostante il lungo e pesante processo di separazione, continua ad esprimersi attraverso l’unicità e la potenza della sua forma. Un luogo “altro”, potente nello sguardo da lontano ma paradossalmente inaccessibile e totalmente disintegrato nella sua percezione dall’interno. Un’area sottratta e cancellata, oggi privata del suo senso, che va invece recuperata e preservata nella sua irripetibilità”.

E quindi? “È quindi fondamentale che le Amministrazioni firmatarie del Patto condividano scelte progettuali che siano rispettose del luogo e attente ai suoi valori ambientali. Si tratta di un paesaggio che per essere restituito alla pubblica fruizione e valorizzato va prima bonificato; dove tutto lo spazio aperto va considerato come parte di un sistema litoraneo da rinaturalizzare attraverso opere di ingegneria naturalistica, e dove gli edifici esistenti (il Forte, la Lanterna, la Cittadella, guardando anche alla Stazione marittima che, insieme alla Dogana, rappresenta il grande ingresso alla Falce) sono delle presenze forti da valorizzare. Uno spazio da restituire alla natura e ai cittadini con una piena fruizione pubblica, “oasi” e necessaria “pausa naturale” accanto a un manufatto del pregio e dell’imponenza della Cittadella che deve diventare il grande contenitore culturale della città. Natura e Cultura, una riserva di identità per la costruzione di un nuovo rapporto tra la Falce e la Città”.

Cosa prevede, alla fine, il “Patto per la Falce”? Attività terziarie (commercio e ristorazione vendita di beni e prodotti al dettaglio, agenzie varie (servizi bancari, di intermediazione, viaggi, ecc.); preparazione e somministrazione di cibi e bevande, culturali ed espositive (attività museali e biblioteche, centri per congressi, esposizioni, sale per spettacoli, mostre, e similari), scientifiche e di ricerca (pubblica istruzione, attività didattiche, di ricerca scientifica e tecnologica, divulgative e similari), ricreative e ludiche spettacoli e giochi al chiuso ed all’aperto, giochi per ragazzi e bambini), uffici di pubbliche amministrazioni sedi amministrative ed operative dell’Autorità Portuale, Capitaneria di Porto, Pubblica Sicurezza, Carabinieri, Guardia di Finanza, Dogane, Vigili del Fuoco, A.S.L., Enti Locali).

Aree di rispetto con verde attrezzato (giardini pubblici con piantumazioni, aiuole e trattamenti a prato, con attrezzature per la sosta, il ristoro, i giochi, percorsi pedonali e arredi (fontane, gazebo, panchine, ecc.), verde di rispetto aree verdi non attrezzate di rispetto alle strade e ai corsi d’acqua, spazi e percorsi pedonali spazi aperti destinati al libero transito pedonale e pubblico con attrezzature e arredi per la sosta e il ristoro, assi verdi prospettive di grande impatto visivo, realizzate con più filari di alberi, aiuole e trattamenti a prato. a

Attività sportive, sport nautici attività di formazione, addestramento, agonistiche, sociali nel campo degli sport nautici (vela, canottaggio, diving, surf, waterpolo, pesca amatoriale e simili); alaggio e varo di imbarcazioni sportive; H6 – impianti sportivi esercizio di attività sportive prevalentemente non nautiche, e infine mobilità (parcheggi sosta di automezzi ed automobili in aree pubbliche e/o soggette a restrizioni d’uso, prevalemtemente a raso).

 

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