PALERMO. Negli ultimi due anni sono aumentati i casi di femminicidio in Sicilia. Ad affermarlo è l’ultimo report dell’Istat, che mette in risalto come sull’Isola il tasso di donne uccise in ambito familiare sia aumentato. L’ultimo caso, avvenuto lo scorso lunedì, è quello di Piera Napoli cantante 32enne trovata senza vita nel bagno della sua abitazione a Palermo, uccisa dal marito.
Nel 2019 in Sicilia in valori assoluti 9 donne assassinate su 10 sono state uccise dal proprio partner o dall’ex, una da sconosciuti. La Sicilia ha riportato il tasso più alto d’Italia, seguito dalla Calabria (con valori 2 su 3) dalle Marche, dal Trentino Alto Adige e da Trento (tutti 1 su 2). Numeri che vanno anche al di sopra della media nazionale. Infatti in Sicilia il 2019 registra 0,36 femminicidi per 100mila donne, contro lo 0,22 della media nazionale. Seguono l’ Abruzzo (0,45), l’Emilia Romagna (0,39), la Liguria (0,38) e la Sardegna (0,36).
Primato positivo invece per Basilicata, Molise, Friuli Venezia Giulia, Bolzano e Valle D’Aosta che nel 2019 non hanno registrato nessun caso di donna uccisa da partner.
Tutto questo, nonostante l’Italia sia uno dei paesi più sicuri al mondo per il rischio di essere vittime di omicidio volontario.
In Italia secondo l’Istat i casi di femminicidio nel primo semestre del 2020 sono arrivati a corrispondere al 45% del totale degli omicidi compiuti, toccando il 50% durante i mesi di lockdown, quindi alzando di 15 unità la percentuale dell’anno precedente (che era del 35%).
Nel 2019 hanno perso la vita  53 donne italiane (il 62,4% del totale delle donne uccise nell’anno) e 15 donne di origine straniera (il 57,7% del totale). E se in genere nel primo caso la donna è quasi sempre vittima di un parente, nel secondo nel 19,2% delle situazioni è vittima di uno sconosciuto.
In Italia gli omicidi in ambito familiare o affettivo sono il 27,9% del totale degli omicidi di uomini e l’83,8% di quelli che hanno come vittime le donne; quindici anni fa gli stessi valori erano pari rispettivamente a 12,0% e 59,1%.
“È un’ emergenza sociale e culturale a cui la comunità intera e le istituzioni sono chiamate a rispondere- hanno commentato i consiglieri del comune di Palermo Barbara Evola, Fausto Melluso, Katia Orlando e Marcello Susinno– La violenza contro le donne è un fenomeno che riguarda tutte e tutti e a cui ciascuno deve reagire, che si  tratti di lottare contro gli stereotipi di genere o il gender gap. Il femminicidio è la violenza esercitata sulle donne per annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte: bisogna cominciare a sradicare la cultura machista e patriarcale presente nella quotidianità e nei luoghi comuni.
È indispensabile avviare campagne di sensibilizzazione a scuola, nei luoghi di lavoro, negli uffici pubblici. Potenziare la rete dei centri antiviolenza, fornire strumenti e strategie di serio contrasto alla violenza. Offrire concreto sostegno, aiuto, anche economico, protezione. Esserci”.

 

E gli uomini? I tassi più alti di omicidi si registrano ancora una volta al sud ma per mano di sconosciuti. In Sicilia nel 2019 su 21 uomini uccisi (in valore assoluto) 9 sono vittime di sconosciuti, 4 di autori non identificati o di altri parenti e 2 di partner o ex partner.

 

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