MESSINA. È trascorso circa un mese dalla pubblicazione, su tutte le piattaforme musicali digitali, di “Via Elisabetta”, il singolo che apre le porte del nuovo capitolo artistico per Diplomatico e il collettivo Ninco Nanco. Il brano, contraddistinto da sonorità che rimandano al sound degli anni ’70, è stato scritto dall’ autore Francesco Scatigna, in arte Diplomatico, in quel di Ganzirri, dopo un lungo viaggio ed una discussione ascoltata per sbaglio, dallo stesso, fuori da una stazione, tra due ragazzi tossicodipendenti che mettono in pausa un battibecco confuso e si ritagliano una parentesi per ricordare la vacanza al mare fatta qualche mese prima. Più che una parentesi, dunque, una temporanea e piccola evasione dalle difficoltà quotidiane, una fuga emotiva, un’occasione per concedersi un sorriso ripensando a quello che è stato e alle esperienze passate, ma soprattutto un invito a fermarsi e a rivivere i momenti che ci hanno reso quello che siamo, nonostante il mondo sia fatto di vite frenetiche e colme di impegni. La storia di Diplomatico e il Collettivo Ninco Nanco, nato nel 2018 a Venezia in una casa di studenti fuori sede, si intreccia, quindi, con la città di Messina, posto dove Francesco riesce a mettere ordine tra i suoi pensieri, e location perfetta per le foto scattate al gruppo dall’ artista messinese Martha Micali, ma viene contaminata anche dalle influenze sonore del sud Italia, ed in particolare da quelle pugliesi. Diplomatico, cantautore di origine tarantina, affascinato dalla musica funk e dalla world music, scrive i testi che poi vengono messi in musica, arrangiati, composti e prodotti dal Collettivo Ninco Nanco. Due i dischi all’ attivo “Ho visto il mondo”, uscito nel 2019, e “Troppe parole”, pubblicato nel 2022, che hanno portato il gruppo a suonare in giro per l’Italia in tantissime occasioni, come per esempio allo Sherdwood Festival, ad esibirsi, nel 2023, alla finale della XXI edizione del Premio De Andrè, ed a condividere il palco con artisti come Max Gazzè, Willie Peyote, 99 Posse e molti altri.
Identikit del Diplomatico e del Collettivo Ninco Nanco
“Il progetto nasce nel 2018 con dei musicisti della zona di Mestre e di Padova. Io proponevo dei testi e degli accordi e, seduti in un bar, abbiamo iniziato a suonare così per caso ed abbiamo visto che la gente attorno apprezzava molto. Dopo quel momento abbiamo deciso di riprovarci in modo più serio e strutturato. Così alla mia figura, ovvero al personaggio del Diplomatico, autore dei brani e di una parte della composizione, si è aggiunta quella del Collettivo Ninco Nanco, ovvero una grande famiglia di musicisti che entrano ed escono. Siamo affezionati alla parola collettivo, più che band, proprio perché vogliamo far risuonare maggiormente l’idea di comunità, di insieme e di collaborazione tra vari professionisti del settore musicale. Siamo abbastanza anarchici artisticamente parlando: la nostra musica è estremamente e volutamente camaleontica. Ricopriamo un po’ di sfumature del folk, del pop e della world music, in alcuni pezzi ci sono le percussioni africane, in altri quelle mongole e così via. Anche a livello della struttura dei testi, ed uso delle parole, abbiamo testi cantautorali con una ricerca di linguaggio mirato, ma anche pezzi che vogliono portare ad una riflessione sul sociale con un linguaggio molto più semplice. Attualmente stiamo lavorando al nostro terzo disco, il primo è uscito nel 2019 ed il secondo nel 2022, ed il 1° novembre 2024 è uscito “Via Elisabetta” come singolo apripista in attesa, per l’appunto, dell’uscita del nuovo album.”
Come nasce e di cosa parla il vostro nuovo singolo?
“Via Elisabetta nasce da una discussione a cui ho causalmente assistito, fuori dalla stazione di Mestre, tra due ragazzi tossicodipendenti che stavano discutendo in modo un po’ confuso e che ad un tratto si sono fermati e si sono messi a parlare di una vacanza al mare che avevano fatto qualche tempo prima. Ne parlavano in modo semplice, raccontando dei piccoli dettagli che tenevano quel ricordo vivo. Mi è piaciuto tantissimo vedere come questi due ragazzi, in preda a delle forti crisi d’ astinenza, avessero trovato quei minuti, quella piccola parentesi, per stare bene e ricordare quello che li ha fatti star bene. Appena arrivato a casa ho iniziato a buttare giù una bozza del testo. Testo che però, grazie al mare che vedevo dalla finestra, in modo del tutto spontaneo ho finito, sistemato, definito e limato a Messina. La mia compagna è di Messina, ed è una città in cui passo ormai tanto tempo, soprattutto durante le vacanze estive. Successivamente il Collettivo ne ha tirato fuori la musica. Il brano racconta, appunto, la storia di due ragazzi che vivono una vacanza senza rendersi conto che sono già lontani tra loro, già lontani da un pezzo, e quando ad un tratto se ne rendono conto capiscono che forse un giorno si ritroveranno e rincontreranno guardando il tramonto da spiagge diverse. Mi piaceva l’idea di un brano che affronta un addio che non è mai stato pronunciato, come un saluto mai fatto.”
Che idea si è fatto un salentino, che vive in Veneto, di una città come Messina?
Messina è una delle città che mi piace di più in Italia, è una città che conserva delle autentiche contraddizioni. Vedi la linea di confine tra la tradizione e l’evoluzione, tra la storia che leggiamo e quella che ancora non abbiamo letto. Messina, in tutti i suoi contesti, ti offre emozioni e sensazioni molto diverse tra loro, è come se la bellezza e la sregolatezza di ogni cosa si vadano a fondere. Io sicuramente ne sono innamorato, ma la cosa che mi ha colpito tantissimo è che i colori, rispetto a quelle di altre città, sono ancora vivi. Come il mare che è di un blu particolarissimo, molto intenso. Fare il bagno nello Stretto è un’emozione unica, persino per un pugliese come me che a mare ci è nato e cresciuto. E poi mi piace molto il fatto che Messina racchiude ancora un po’ di verità. Quando ho scritto “Via Elisabetta” non sapevo in che città i due ragazzi avessero fatto quella vacanza di cui parlavano, così ho associato il mio contesto al loro contesto, ed ecco che il mare dello Stretto mi è venuto incontro.
Progetti per il futuro?
“Step by step: andiamo avanti con la pubblicazione del secondo singolo “Il cane non c’ è” e del terzo, previsto per gennaio, intitolato “Nettuno”. Il videoclip di “Nessuno” è stato montato usando, anche, delle riprese di Mediterranea girate sulla nave Jonio durante alcune fasi del salvataggio in mare. Siamo scesi, tra l’altro, da poco a girare a Riace ed in collaborazione con Mimmo Lucano, e con il suo legale, abbiamo coinvolto anche Maysoon Majidi, la ragazza arrestata per dodici mesi con l’accusa di scafismo e poi rilasciata. “Nettuno” ha delle contaminazioni molto afro e pugliesi, c’ è del dialetto delle mie parti, ed è un brano a cui tengo molto perché vengono coinvolte tante tematiche importati: gente che continua a morire in sordina, gente che viene accusata di scafismo solo per aver dato del cibo a chi attraversava il mediterraneo.”