MESSINA. A un giorno esatto dalla presentazione alla città della Madonna col Bambino e San Giovannino, attribuita concordemente dagli storici dell’Arte a Girolamo Alibrandi, un altro importante pezzo della storia dell’arte messinese è andato all’asta, ma, in questo caso, per finire in una collezione privata. Si tratta della celebre libera riproduzione della Fontana d’Orione di Giovanni Angelo Montorsoli realizzata da Giuseppe D’Angelo, uno dei più rinomati argentieri dello Stretto. Una fontana da tavolo di grande importanza non solo per l’omaggio all’opera dello scultore toscano, ma anche per le dimensioni (altezza 55 cm, base 53×53, peso 6101grammi) e, soprattutto, per aver fatto parte della celebre collezione Ruffo, una delle più ricche e uniche d’Italia. L’argento, che reca il punzone “GIOS DANG” e che si fa risalire al 1670 circa, è stata aggiudicata il 13 dicembre scorso dalla casa d’aste viennese Dorotheum per 178.000 euro (la stima oscillava dai 150 ai 300 mila). Ecco che cosa scrive il redattore della scheda, l’esperto Georg Ludwigstorff: “Replica libera della Fontana di Orione di Giovanni Angelo Montorsoli a Messina, forma rotonda, base ottagonale sorretta da 4 ippocampi, base con 4 putti scultorei su delfini, 4 ciotole lavorate a conchiglia con mascheroni, al centro 4 Tritoni in parte scultorei, quest’ultimi sorreggenti la vasca mediana, 4 ninfe scultoree che sorreggono la vasca superiore, pinnacolo a forma di 4 busti femminili sormontati da putto scultoreo con delfino […] Una fontana da tavolo siciliana di qualità museale superbamente realizzata. Questa fontana da tavolo era un tempo nella collezione J. P. Morgan ed è uno dei pochissimi oggetti d’argento di grandi dimensioni sopravvissuti della Messina del XVII secolo. La fontana da tavolo qui proposta è illustrata nel catalogo d’asta della J. P. Morgan Collection (erroneamente assemblata nell’illustrazione dell’epoca), New York, 30 ottobre 1947, lotto 323. La presente fontana da tavolo è illustrata anche nella pubblicazione di Maria Accascina , “Di Pietro Juvara e di altri orafi di Casa Ruffo a Messina” (p. 63). Questa fontana da tavolo è il più importante oggetto scultoreo da tavolo conservato prodotto dagli argentieri messinesi del XVII secolo. L’unico oggetto conservato simile per stile ed esecuzione è una saliera di Sebastiano Juvara, al Victoria & Albert Museum di Londra”. L’opera era andata all’asta non solo nel 1947, ma anche nel 1990 e nel 1996. Questa vendita, come quella del dipinto di Alibrandi, non è che l’ultima di una infinita serie che coinvolge produzioni messinesi. Ma non finisce qui: tornando a Giuseppe D’Angelo, il prossimo 17 dicembre, la casa d’aste Benedetto Trionfante di Palermo metterà in vendita un ostensorio dell’argentiere. Base d’asta, 38.000 euro.

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Anna
Anna
15 Dicembre 2022 8:20

E l’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana? Esiste? C’è un Assessore? (Esiste, e se non mi sbaglio è pure di Messina…)