MESSINA – Pizzo e richieste di assunzioni per i propri parenti, altrimenti mezzi bruciati, piante rovinate, perfino spari in un’azienda. Così la valle dell’Alcantara era sotto stretto controllo di un sodalizio criminale direttamente collegato al clan dei Santapaola – Ercolano di Catania. Ai piedi dell’Etna, a cavallo delle province di Messina e Catania, il territorio era ripartito tra gli affiliati facenti capo a Paolo Brunetto. Fu Brunetto, per esempio, che mise pace in un conflitto sorto perché ad un imprenditore erano stati sequestrati mezzi di lavoro, nonostante questo fosse protetto da un altro affiliato. Per risolvere la questione fu organizzato perfino un summit nell’aprile del 2013, al quale partecipò pure Vincenzo Lo Monaco, nonostante fosse sotto sorveglianza speciale. Un incontro tra i capi cosca che si tenne in una contrada vicino Giarre nel quale fecero irruzione i Carabinieri di Taormina, arrestando Lo Monaco.

Poco dopo, Brunetto, già gravemente malato, morì all’ospedale di Biancavilla. A capo dell’organizzazione subentrò allora Carmeluccio Oliveri.

Questo è quanto ha svelato l’operazione “Fiori di pesco”, dei Carabinieri di Taormina, coordinata dal Comando provinciale, diretto dal colonnello Jacopo Mannucci Benincasa che ha portato oggi all’arresto in carcere di dieci persone, di cui due rintracciate in Germania, e altri due ai domiciliari. L’ordinanza è firmata dal gip Monica Marino su richiesta del sostituto della Dda, Liliana Todaro. è nata dalla denuncia di un dirigente della Uil di Messina, titolare di un’azienda di confetture di pesche nella valle dell’Alcantara. Il sindacalista aveva subito intimidazioni di vario genere, taglio degli arbusti, macchine bruciate. Come lui anche altri imprenditori subivano le stesse intimidazioni e alcuni di questi si sono accodati alla denuncia del dirigente Uil. Le indagini partite dalle dichiarazioni del sindacalista, sono partite nel 2013, premettendo di far luce sulla capacità di influenzare le attività economiche nella valle dell’Alcantara, attraverso intercettazioni e riprese video.

Vanno in carcere Vincenzo Pino, 61 anni di Malvagna, Carmelo Caminiti, 44 anni di Francavilla di Sicilia, Angelo Salmeri, 30 anni di Mojo Alcantara, Antonio Monforte, 50 anni di Castiglione di Sicilia, Alfio di Bella, 53 anni di Catania, Salvatore Scuderi, 30 anni di Taormina, Vincenzo Lo Monaco, 47 anni di Castiglione di Sicilia, e Carmelo Oliveri, 50 anni di Acireale.
Domiciliari per Salvatore Coco, 57 anni di Fiumefreddo, e Giuseppe Lombardo Pontillo, 30 anni di Bronte, già ristretto in carcere.
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