NEW YORK. È partita a New York la campagna di vaccinazione contro il coronavirus. La prima dose è stata somministrata in diretta tv a un’infermiera di terapia intensiva del Long Island Jewish Medical Center nel Queens, Sandra Lindsay.
Lo stato di New York fra marzo e aprile è stato l’epicentro della diffusione della covid negli Stati Uniti con oltre 35mila morti. E dopo un’estate relativamente sotto controllo il virus è tornato nella Grande Mela richiedendo l’imposizione di nuove restrizioni come la chiusura delle sale interne dei ristoranti.

“Il vaccino è l’arma che ci farà vincere la guerra- ha affermato Andrew Cuomo, governatore di New York- funziona solo se tutti lo fanno e tutti devono fare la loro parte”

D’altro canto però l’allerta resta comunque alta: “Bisogna prepararsi alla possibilità di una nuova chiusura totale” ha affermato il sindaco di New York Bill de Blasio. 

Solo una piccola fetta di popolazione newyorkese potrà ricevere il vaccino per ora, a causa della limitata disponibilità di forniture. Gli esperti prevedono che saranno circa 100 milioni gli americani che saranno vaccinati entro febbraio o marzo, mentre il resto dovrà attendere almeno fino a primavera o estate. I primi ai quali il vaccino sarà somministrato sono i medici e il personale sanitario, poi toccherà alle case di cura per anziani.

Contrariamente alle previsioni del presidente americano Donald Trump invece, i tempi d’attesa per i dipendenti della Casa Bianca saranno più lunghi.

Anche in Canada è partita la campagna, la prima dose è stata somministrata a Toronto, anche qui ad uno dei sanitari che lavorano in prima linea contro la pandemia

Intanto i dati americani ed europei quest’anno segnalano l’assenza di una vera e propria stagione influenzale. Infatti, probabilmente complice il distanziamento, non si è assistito all’incrocio tra covid19 e influenza stagionale negli Usa ne in Europa. Anche in Italia i numeri restano bassissimi, come si legge anche nel bollettino Influnet dell’Iss: “In tutte le regioni italiane che hanno attivato la sorveglianza (tranne Piemonte e Valle d’Aosta), il livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali è sotto la soglia basale. Nella 49esima settimana del 2020 sono stati segnalati 148 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori e tra questi nessuno è risultato positivo al virus influenzale”.

Nel frattempo è stato creato un test che ha ottenuto il marchio CE e che riesce a distinguere i virus Sars-Cov-2, influenza A, influenza B e virus respiratorio sinciziale (Rsv).

 

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