MESSINA. Sarebbe dovuta essere un’ area di risanamento che avrebbe dovuto contenere 60 alloggi popolari, ma ancora oggi è una discarica a cielo aperto. A denunciare la situazione in cui versa Fondo De Pasquale è stato Ivan Cutè, presidente della V municipalità, che già all’inizio del suo mandato aveva richiesto un intervento da parte del Comune.

L’intervento, come sottolineato da Cutè in un’interrogazione del 4 settembre 2018, non si sarebbe dovuto limitare all’eliminazione delle baracche, ma a una vera e propria rivalutazione della zona, che avrebbe incluso anche la creazione di nuovi alloggi popolari. Ma nulla si è mosso e dopo più di due anni, lo scorso 25 settembre, dato lo stato di degrado in cui ancora oggi versa Fondo De Pasquale, il presidente della V municipalità ha richiesto un sopralluogo ai membri del Consiglio comunale.

“Si evidenzia – si legge nella richiesta fatta da Cutè- che la situazione di totale degrado di quest’area rischia di allargarsi all’intera zona adiacente rendendo, quindi, estremamente problematico ogni tipo di risanamento ambientale”

Ieri un ulteriore sopralluogo da parte della commissione comunale alla pianificazione urbanistica e dei consiglieri della V municipalità, che hanno sollecitato Marcello Scurria, presidente di Arismè, a una concreta programmazione riguardante Fondo de Pasquale.

«Ci dicano cosa vogliono fare di quella zona, che ormai tra il disinteresse delle istituzioni è diventata un’enorme discarica», commenta Cutè, che dal giorno del suo insediamento ha più volte sollecitato l’Amministrazione a ripulire la zona. «Ci è stato risposto che il Comune non aveva interesse a costruire perché reputava più conveniente acquistare immobili sul mercato», prosegue, chiamando in causa anche l’IACP (che aveva in concessione i terreni proprio per realizzare le palazzine): «Se ne sono completamente disinteressati, dicendoci che quelle aree erano state riconsegnate al Comune e che quindi spettasse a  Palazzo Zanca la pulizia e la scerbatura».

«Quelle aree non ci sono affatto state riconsegnate – ha replicato Scurria alla Gazzetta del sud – anzi l’IACP voleva trasferircele dietro compenso. Mentre la legge regionale ha stabilito che vanno cedute gratuitamente. Sicuramente su questa vicenda si aprirà un contenzioso con l’Istituto autonomo. Noi abbiamo l’intenzione di realizzare quelle palazzine ma servono un aggiornamento del prezziario e di conseguenza maggiori risorse economiche».

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments