ROMA.  Nel corso della cerimonia per la firma del protocollo d’intesa tra Sapienza Università di Roma, Anci e HCI – Health City Institute, che ha l’obiettivo di unire risorse e competenze per promuovere e tutelare le esigenze di salute pubblica e benessere collettivo delle città, la Rete Civica della Salute della Sicilia è stata citata come esempio di realizzazione avanzata di politiche d’inclusione sociale per la “salute nelle città”. 

Enzo Bianco in qualità di presidente del Consiglio Nazionale Anci durante il suo intervento alla manifestazione ha ricordato che sui principi dell’inclusività e della sussidiarietà e sulla necessaria collaborazione intersettoriale è basata l’ infrastruttura sociale generata dalla legislazione siciliana.
I capisaldi di questa alleanza sono i Comitati Consultivi delle Aziende Sanitarie siciliane (CCA) che, coordinati in una Conferenza regionale presieduta da Pierfrancesco Rizza, hanno il compito di sviluppare la sussidiarietà civica in sinergia con il Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico dell’Assessorato della Salute.    

“La Rete Civica della Salute della Sicilia – ha dichiarato il coordinatore Pieremilio Vasta – si basa su un volontariato civico consapevole del diritto alla tutela della salute e del dovere di sussidiare il Servizio Sanitario quale ‘bene comune’. Essere stati indicati come esempio innovativo in campo nazionale ci conforta nell’impegno e responsabilizza ancora di più rispetto all’obiettivo di miglioramento di qualità, efficienza ed umanizzazione dei servizi assistenziali. Un obiettivo che oggi più che mai è irrinunciabile e che ci vede insieme affinché, mentre si affronta con grande impegno l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, si garantisca l’assistenza a tutti gli altri malati. È questa la vera sfida lanciata dalla pandemia al nostro sistema sanitario e sociale. E i cittadini lo sanno bene. Così come sanno che solo un’azione sistematica di collaborazione e alleanza può portare i benefici effetti che tutti ci auguriamo”.

Tassello di questa alleanza è la figura del “riferimento civico” che opera nel proprio territorio come punto di snodo tra enti locali, servizio sanitario, professioni, Terzo settore e agenzie educative, dalla Scuola all’Università. Per i “riferimenti civici” della Rete della Salute siciliana sono stati attivati un percorso formativo ad hoc e un sistema di prassi che prevedono, tra l’altro, una “linea diretta” con le amministrazioni sanitarie su segnalazioni, situazioni di criticità, bisogni emergenti e proposte di soluzioni. Dei quasi 400 “riferimenti civici” siciliani, oltre 90 sono stati già formati e accreditati nei Comuni di appartenenza. Tra i Comuni che hanno già i propri “riferimenti civici” al lavoro ci sono le aree metropolitane di Messina e Palermo, mentre il riferimento civico di Catania sarà accreditato entro questa settimana, ci sono gli altri capoluoghi di provincia, Siracusa, Ragusa, Trapani, Agrigento, Enna, Caltanissetta, e ci sono molti Comuni di medie e piccole dimensioni, di pianura, montagna o mare, da Santa Venerina ad Acicastello, da Bagheria a Monreale, da Floridia a Chiaramonte, da Mazzara del Vallo a Taormina. Con una recente nota l’Assessore regionale alla Salute Ruggero Razza ha espresso la volontà di potenziamento della Rete.

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