MESSINA. Un “posto occupato” per Omayma nell’ufficio Immigrazione della Questura. Sedeva lì Omayma Benghaloum, la giovane trentatreenne tunisina che per poche settimane ha lavorato come mediatrice culturale fianco a fianco con i poliziotti dell’Ufficio Immigrazione, uccisa il 4 settembre 2015 dal marito Faouzi Dridi, poi condannato all’ergastolo.
“Sedeva lì, riservata ma sempre solare e pronta ad aiutare quanti si rivolgevano a lei”, si legge sul profilo Facebook della questura di Messina. “Sedeva lì, prima di essere vittima dell’assurda brutalità che l’ha strappata all’abbraccio delle sue quattro bambine”.
#postooccupato è un movimento che nasce nel 2013 da un’idea di Maria Andaloro, con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione nei confronti della violenza sulle donne (clicca per leggere i numeri dell’inchiesta di LetteraEmme) : per ogni donna uccisa viene occupato un posto in un luogo pubblico o privato. Una sedia in un teatro, una panchina in un parco, un posto in un consiglio comunale. “Non importa dove, ma che quel posto rimanga occupato per metterci a confronto con l’assenza di quella donna. E da stamattina il posto di Omayma sarà per sempre lì, occupato”, conclude il post della polizia di Messina.