MESSINA.  Si continua più che mai a parlare di Ponte sullo Stretto, tornato prepotentemente in auge soprattutto dopo l’inserimento del progetto nel Piano straordinario di infrastrutturazione nazionale da parte della Commissione Affari finanziari della Conferenza delle Regioni, su proposta di Sicilia e Calabria. Un argomento, da sempre divisivo, che ha varcato i confini dello Stretto e che adesso fa discutere l’Italia intera, fra progetti “sui generis”, proposte alternative (a partire dal tunnel) e scontri politici.

A intervenire sulla questione, fra i tanti che hanno affrontato l’argomento in questi giorni, è anche il “Popolo della Famiglia” di Firenze, che ha inviato sui social un dossier online al Premier Giuseppe Conte, al Ministro delle Infrastrutture, ai presidenti delle regioni Sicilia e Calabria e ai sindaci di Messina e Reggio. Oggetto? Il raffronto fra il ponte e il tunnel, alla luce della recente nomina,  da parte del Ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, di un comitato di 16 membri che esaminerà tutte le alternative, con l’obiettivo di avere un piano definitivo (realizzato dall’esecutivo) per la metà di ottobre.

«Firenze è lontana dalla Sicilia, ma considerata la rilevanza dei suddetti passaggi, e visto che il mondo è ormai interconnesso, il referente del movimento politico “Popolo della Famiglia”  per la Città del Fiore, Pier Luigi Tossani, ha realizzato un sintetico ma denso dossier online su Ponte e Tunnel sullo Stretto», si legge in una nota diffusa alla stampa, con la richiesta, rivolta alle istituzioni, “di non dilapidare così malamente i soldi delle famiglie italiane”.

Le ragioni? Sono contenute nel documento, diviso in cinque sezioni, che analizza sinteticamente le due principali ipotesi in ballo:  «Sia il Ponte che il Tunnel non sarebbero altro che due varianti di un medesimo, enorme sperpero di denaro pubblico, per realizzare un’infrastruttura più controproducente che inutile, sotto tutti i punti di vista, oltre che penalizzante per il territorio, e in prospettiva penalizzante perfino per l’occupazione, nonché assai pericolosa. Il Ponte Morandi sembra non aver insegnato nulla. E, in ultimo ma non per ultimo, il Ponte, per giunta, appare anche materialmente impossibile da realizzare», sostengono.

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