di Ivan Tornesi (presidente Pro Loco Messina sud)

MESSINA. Questa mattina, la Pro Loco Messina Sud ha accolto una turista speciale: si chiama Cynthia Cameli, viene da Seattle e si trova a Messina per una ricerca sulle origini e la storia della sua famiglia. Questa forma di turismo è chiamata ”turismo delle radici” o ”turismo genealogico” ed è praticata dai discendenti di emigrati all’estero, che desiderano conoscere e vivere i luoghi di cui magari hanno sentito parlare nei racconti dei loro antenati.
Come nel caso di Cynthia Cameli, che qualche settimana fa si è messa in contatto con la Pro Loco Messina Sud per chiedere informazioni su come poter visitare la villa di Minissale, che apparteneva al suo bisnonno, della famiglia dei Lo Giudice.

 

I Lo Giudice erano gli antichi proprietari di una antica tenuta di circa 16 ettari, che comprendeva gran parte di quello che oggi è il villaggio di Minissale. Oggi è possibile ancora ammirare la facciata della casa residenziale, in stile neogotico, e la balconata in ferro battuto, con le iniziali del capostipite Vincenzo Lo Giudice, che acquistò la tenuta nell’800 dagli Alliata.

Cynthia Cameli è arrivata a Messina due sere fa e questa mattina, accompagnata dalla guida turistica Giovanna Crimi è stata accolta alla villa di Minissale, da uno degli attuali proprietari, Francesco Maisano, e la Pro Loco Messina Sud, che ha organizzato l’incontro.

 

”Il mio bisnonno, Vincenzo Lo Giudice – racconta Cynthia Cameli – nacque a Messina nel 1878. La sua stirpe familiare era quella dell’orefice. Ci disse che suo nonno era gioielliere del Re d’Italia. E il mio settimo bisnonno era Francesco Lo Giudice, noto per aver realizzato il candeliere nella cattedrale di Messina. Vincenzo emigrò negli Stati Uniti nel 1908, appena 3 settimane prima del violento terremoto”.

 

Della storia della villa e della famiglia di Cynthia Cameli, ne ha parlato durante l’incontro di questa mattina anche Maisano, figlio del proprietario che ha acquistato una parte della tenuta dai Lo Giudice.
Dal racconto di Maisano è possibile immaginare una immensa campagna (oggi per gran parte urbanizzata) completamente coltivata ad agrumi. In primavera l’odore della zagara era così intenso che alcuni personaggi noti messinesi, come l’ex rettore Gaetano Livrea, soggiornavano nelle case vicine per godere dei benefici e del piacere di questo effluvio.
Nel parco della Villa c’era anche una grotta con stalattiti e una galleria ad archi in glicine, chiamata ”camera dell’erba”, dove erano soliti oziare gli ospiti della Villa.
La residenza si disponeva su due livelli e possedeva 16 stanze. Fu poi abbassata a un piano dopo il terremoto del 1783. Si racconta che durante la seconda guerra mondiale, proprio davanti alla villa, furono piazzati cannoni inglesi per sparare contro i tedeschi in ritirata. In effetti, nella parte alta del fondo si trovava una polveriera, che fu colpita da una esplosione, che provocò la dispersione di materiale esplosivo per tutta la campagna. Quella polvere da sparo che nel dopoguerra fu fatale per una famiglia di coloni, colti dall’esplosione di un bossolo inesploso.
Cynthia Cameli ha visitato Infine anche le case coloniche, il palmento, l’antica
Noria di Minissale, dove oggi si trova l’Azienda Agricola Villarè e che un tempo facevano parte dell’intera proprietà dei Lo Giudice.

La Pro Loco Messina Sud chiude dunque l’anno, recuperando un altro pezzo di storia, da custodire e raccontare durante le prossime passeggiate lungo l’Antica Via del Dromo.

 

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments