MESSINA. Torna in città il “Cortile dei Gentili”, io cui prossimo incontro si terrà lunedì 10 marzo presso l’Accademia dei Pericolanti, nella  sede centrale di Unime, a Piazza Pugliatti. A intervenire, sul tema “Scelte cruciali nel tempo dei conflitti”, saranno Mario Bolognari, Felice Scalia, Cesare Natoli, Sergio Todesco e Mario Trimarchi. Gli prossimi appuntamenti si terranno il primo o secondo lunedì di ogni mese.

L’obiettivo è quello di (ri)proporre uno spazio a disposizione della città “per riflettere su nodi cruciali della realtà che ci circonda, riguardanti la religione, l’etica, la politica, la vita civile in genere, intesa tanto in senso comunitario quanto nel senso delle esistenze dei singoli, quotidianamente messe in crisi e interpellate dalle sfide complesse che i tempi attuali ci pongono dinanzi”.

L’iniziativa, già sperimentata oltre dieci anni fa da Sergio Todesco presso la Biblioteca Regionale, ripresa in seguito da Giuseppe Campione, Sergio Todesco e Mario Trimarchi presso l’Università e poi interrotta dal Covid,  oggi riproposta da Sergio Todesco e Mario Trimarchi presso lo stesso Ateneo, “viene portata a conoscenza dell’intera comunità, invitando alla partecipazione attiva quanti ne avvertano l’interesse”.

“Nel secondo tempio di Gerusalemme, quello che era stato costruito dopo l’esilio – spiegano i promotori – oltre alle zone riservate ai membri del popolo d’Israele esisteva un’area entro la quale tutti potevano entrare, giudei e non giudei, circoncisi e incirconcisi, membri o no del popolo eletto. Qui si radunavano quanti erano disposti ad ascoltare le domande della gente su Dio, e a rispondere in uno scambio rispettoso delle opinioni altrui. Questo era il cortile dei gentili o pagani, in latino l’atrium gentium, uno spazio che a tutti era lecito attraversare e nel quale tutti potevano dimorare, senza distinzioni di cultura, lingua o religione, un luogo insomma di incontro e di diversità. Anche oggi è necessario avviare un’iniziativa incentrata sull’incontro e sul dialogo, un luogo aperto alla società, alla modernità e alle diverse voci che l’attraversano”.

Perché la comunità messinese possa provarsi a costruire tale identità – prosegue la nota -occorre forse riscoprire la pratica e il gusto dell’agorà, di un luogo in cui sia possibile porre sul tappeto i nodi critici irrisolti di un angolo di mondo sempre più, nel corso degli ultimi decenni, divenuto marginale e ininfluente, a onta di un passato importante la cui memoria è venuta progressivamente sbiadendosi. Il cortile dei Gentili vuole essere un invito a farci tutti, in qualche modo, gentili, e quindi non ortodossi, curiosi, coraggiosi, odiosi delle soluzioni pronte, consapevoli della complessità delle cose, e al contempo puri, disposti a farsi contaminare  e al contempo ‘ferire’ dai nodi cruciali in cui si avviluppa il nostro tempo. In ogni caso mai tiepidi e sprovvisti della capacità di indignarsi”.

“Si ritiene che in tale libera circolazione di idee e nel rapporto dialettico che essa produce consista l’essenza della democrazia e dunque della vera cultura (non la cultivatio animi costruita sui libri bensì l’esperienza e l’accettazione delle molteplici storie altrui che rende possibile vivere da donne e uomini liberi la grande storia della propria vita)”.

 

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