MESSINA. Nuove identità per alcune vie cittadine prive di denominazione. In seguito alle delibere di Giunta municipale e al parere favorevole della Società messinese di Storia Patria, un provvedimento prefettizio ha infatti disposto nuove intitolazioni toponomastiche a strade fino ad ora “anonime”: tanti come da prassi i santi e religiosi, in una città che continua ad intitolare strade e piazze come se fossero chiese.

Le nuove intitolazioni riguardano largo Francesco Rubino e le vie Adolfo Berdar, S. Basilio Magno, S. Filippo D’Agira; le vie dei Bianchi e Sacerdote Antonino Lembo a Curcuraci; via Forte Spuria, a Sperone; via Antonio Puglisi a S. Agata. Le vie 154A e 154C nel villaggio Paradiso, per le quali è stato inoltre autorizzato il cambio di denominazione, saranno intitolate rispettivamente in via Suor Maria Alfonsa di Gesù Bambino e via Flavia Accardo.

In totale sono un centinaio le vie messinesi a tema biblico, evangelico o ecclesiastico, fra Madonne (tre: della lettera, delle grazie e della mercede) e accezioni della stessa (un intero viale per l’Annunziata, una via Concezione ed una piazza Immacolata di marmo), apostoli (dodici, che si disputano una via), schiere celesti (una via dei Cherubini e una piazza dell’Angelo, a Faro) sacri cuori (una strada, più una via ed una discesa personalizzate al “cuore di Gesù”),  una via intitolata alla Sacra famiglia, una piazza per il solo Spirito santo, oltre che a tre diverse strade in coabitazione tra Gesù e Maria  (una “in san Leone”, le altre a Mili e a Gesso), e una piazza Santissimo Rosario a Castanea. Poi una piazza Canonica, una via del Carmine, due vie Noviziato, due vie Oratorio (della Pace e san Francesco) cinque vie intitolate a “chiese” (la prima semplice, le altre coi suffissi “dietro”, “grande”, “nuova” e “dei marinai”) ed infine una via Sacrestia.

Tra i santi, ai quali sono dedicate quasi un centinaio di strade, spiccano le tre vie dedicate al patrono d’Italia, san Francesco: una a Camaro, una a Gazzi, alle spalle del carcere, la terza a Contesse, senza contare la piazza sul viale Boccetta, giusto di fronte alla chiesa anch’essa inevitabilmente intitolata al santo d’Assisi. Si difende inaspettatamente bene anche san Cosimo, titolare di un “vico” che strada facendo diventa via e che a metà si trasforma in piazza. Dove? Tra la via Catania e la via del Santo (nomen omen), e se la gioca col ben più celebre san Giuseppe, che anch’egli ha intitolate due vie (dietro la chiesa di santa Maria Alemanna ed a Camaro). Caso particolare san Filippo, il cui nome proprio è affiancato a due “cognomi” diametralmente opposti per due differenti vie: “Bianchi” e “Neri”. Ad Annibale Maria di Francia, il santo secondo il quale il terremoto del 1908 sarebbe stato causato dall’ira di Dio contro la città, è stata dedicata una piazza in città, una via a Cumia, e persino una rotatoria sulla Panoramica.

E le sante? Barbara si divide tra una piazza ed una scalinata, invece santa Caterina è Valverde o dei Bottegai, mentre per santa Maria c’è l’imbarazzo della scelta: con nome proprio o affiancata da alemanna, la nuova, la porta, dell’arco, del selciato e di Gesù inferiore. Alla santa messinese, Eustochia, una via è dedicata, ma c’è indecisione sul fatto se sia beata o santa.

Incredibilmente, la città che conta una dozzina di statue di padre Pio equamente piazzate a coprire tutto il perimetro municipale (in viale Regina Margherita ed in via felice Bisazza, in contrada Conca d’oro, Faro e Tremestieri, Giampilieri davanti alla stazione, nella strada per Salice, al padiglione F del policlinico, a Mili san Marco e trionfo a Gravitelli con ben due statue nel giro di qualche centinaio di metri) al santo di Pietralcina non gli ha dedicato manco una traversina.

Ben rappresentate, poi, anche quasi tutte le gerarchie ecclesiastiche: monsignori (tre, Paino, Fasola e Bruno), un paio di padri (Nino Trovato, Matteo Forestieri), un frate (Arcangelo Gualtieri), suore (uno slargo con anteposto “piccole”), un don (Orione), tre papi (Leone, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, quel Karol Wojtyla al quale già dal 1988 la città ha dedicato una statua in ricordo della sua venuta a Messina).

Particolare il rapporto della città coi gesuiti, comunità religiosa particolarmente nutrita, al cui fondatore Ignazio da Loyola (che volle il convento a Messina) è dedicata una strada, via Ignatianum. E’ invece all’Opus Dei che l’amministrazione guidata da Giuseppe Buzzanca ha tributato gli onori, dedicando la piazza accanto alla chiesa di san Giuliano al fondatore Josemaria Escrivà. E da qualche parte c’è una via dedicata anche ai missionari comboniani.

L’ultima proposta, in tema, è del consigliere Salvatore Sorbello, che ha chiesto di intitolare la via Garibaldi alla “Madre Assunta”.

 

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Andrea
Andrea
21 Settembre 2018 13:39

C’è solo da vergognarsi per queste nuove e vecchie intitolazioni, speriamo che la proposta di Sorbetto venga presa come battuta infelice e presto dimenticata.