MESSINA. C’è anche un’azienda messinese fra le realtà del Sud Italia che hanno ricevuto il premio “Smau 2018” per l’innovazione. Si tratta dell’impresa frutticola di Maruzza Cupane, proprietaria di una decina di ettari a Rocca di Capri Leone dove produce agrumi e frutti tipici siciliani, ma anche prodotti “esotici” e biologici come mango e avocado ipocalorici.

L’innovazione proposta da Maruzza sta proprio nell’introduzione dei frutti tropicali e, in particolare, dell’avocado, di cui coltiva tre varietà: una commerciale, l’ “Hass”, e due per l’impollinazione, il “Bacon” e il “Fuerte”.

Per la biologia riproduttiva dell’avocado è sempre bene avere una varietà valida da un punto di vista commerciale insieme ad un’altra che magari lo è meno, ma che funzioni bene da impollinatore, questo perché piante della stessa varietà sono autosterili, benché ogni singolo esemplare porti con sé fiori ermafroditi”, spiega l’agricoltore durante l’intervista ad opera di “Agronotizie”.

“La scelta delle tre varietà è stata fatta in funzione sia dell’impollinazione che del calendario di maturazione. Sono quindi al terzo anno e solo ora inizio ad avere una piccola produzione”, continua.

A permetterle di effettuare l’investimento, da cui conta di rientrare non prima del settimo anno, il confinanziamento per l’ammodernamento delle aziende agricole del Programma di sviluppo rurale della Sicilia 2007-2013″. “Mi aspetto un 2000 chili di produzione – spiega Maruzza – Sono 700 piante e a pieno regime dovrebbero produrre abbastanza per garantire una quota significativa del reddito aziendale“.

Buona parte del merito, però, va al terreno situato fra Palermo e Messina, area che insieme a Catania è stata riconosciuta, in seguito ad alcuni studi svolti dalle università della Sicilia, abbastanza fertile e sciolta, adatta per la frutticoltura sud tropicale, permettendole di concentrarsi sull’ottimizzazione dell’irrigazione riducendo il più possibile il ristagno idrico: “Ho effettuato molti drenaggi e molte baulature nei punti più sensibili al ristagno in modo da cercare di isolare l’apparato radicale dalle acque ferme”, illustra l’agricoltore.

Ancora in fase di sperimentazione è invece la coltivazione del mango che qui cresce bene anche in pieno campo, spiega Maruzza Cupane che, però, ha deciso di puntare sulla cultura in serra con una forma di allevamento a spalliera, “quindi più intensiva”. “La possibilità di controllare il microclima ha permesso a queste piante di crescere e dare frutti con due anni d’anticipo rispetto a quella che è la letteratura in Sicilia. Le piante sono molto vigorose e supportano molto bene questo piccolo stress produttivo”.

Infine, il punto di forza dell’imprenditrice messinese è il feedback da parte dei suoi clienti perché “non è detto che la qualità misurata strumentalmente (come il tenore in zuccheri e la durezza della polpa) siano poi in realtà coincidenti con la qualità percepita da chi ha acquistato la frutta, ma è quest’ultima alla quale devo puntare”, conclude.

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