MESSINA. «La questura avrebbe autorizzato un sit-in a favore di De Luca organizzato da un certo “Comitato IostoconDeLuca”. A questa manifestazione hanno partecipato poche decine di persone, nonostante gli organizzatori si siano giustificati dichiarando che il numero ridotto sarebbe stato dovuto alle limitazioni concordate con la Digos. Questo è in netta contraddizione con ciò che lo stesso ufficio DIGOS ci aveva detto nel luglio scorso, quando annullarono la nostra manifestazione contro le piazze in disaccordo col disegno di legge ZAN sull’omobitransfobia, obbligandoci a spostarla perché non erano intercorsi i tre giorni di preavviso previsti (art 18 tulps 773/31). In quell’occasione molte più delle poche decine dei deluchiani si sono presentate in piazza durante la nuova data, nonostante siano state sottratte del diritto politico di manifestare in contemporanea con chi avrebbe voluto i nostri diritti negati».

Così, in una nota, l’associazione Liberazione queer Messina, la quale suppone ci sia stato un metro di giudizio differente da parte della Questura di Messina.

«Evidentemente questo non vale per gli accoliti di De Luca, in barba al buon senso di dover rispettare le prescrizioni sanitarie in questo periodo cruciale. Eppure, loro dichiarano che la Digos abbia rilasciato l’autorizzazione per questo sit-in – continuano – Noi crediamo che manifestare sia un diritto che andrebbe esercitato sempre quando ve ne fosse l’esigenza ma ci chiediamo se questo (supposto) doppio standard della questura sia un favore verso una parte politica al governo di questa città oppure, nel caso in cui non vi fosse stata alcuna autorizzazione, perché la loro manifestazione non è stata impedita come lo è stata la nostra”.

La comunicazione per il sit-in di ieri, promosso per far desistere il sindaco dall’intento di dimettersi, è avvenuta tramite un singolo cittadino, che ha preannunciato alla Questura lo svolgimento della manifestazione. Successivamente le autorità competenti hanno redatto una prescrizione che gli organizzatori del sit-in hanno dovuto seguire, tra cui il distanziamento sociale, l’uso della mascherina e un numero massimo di partecipanti. In base alle disposizioni relative all’ordine pubblico e alla incolumità pubblica “i promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso almeno tre giorni prima al questore” (De Luca ha parlato delle sue dimissioni solo ieri mattina, mentre l’Ansa aveva prospettato l’ipotesi il giorno precedente).

«La risposta a questo quesito – si legge ancora nella nota – va chiarita il prima possibile, non tanto per la necessità di “punire” i manifestanti pro-de Luca ma per chiarire invece le modalità con cui vengono concesse o meno queste manifestazioni. È una questione che non riguarda la nostra associazione (e gli altri a cui sono state vietate simili manifestazioni) quanto piuttosto l’interesse pubblico di una città a sapere perché poche persone possano manifestare quando e dove vogliono. Questa città è governata dalla legge o dal potere personale di De Luca?».

«Per fare luce su questo interrogativo, insieme a Rete34+, Cambiamo Messina dal Basso e Partito della Rifondazione Comunista, abbiamo inviato una lettera ufficiale al prefetto e alla questura da cui aspettiamo risposta», concludono.

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