MESSINA. Un siciliano su 4 non ha letto nemmeno un libro nel corso del 2016 e una famiglia siciliana su 5 non possiede in casa nemmeno un volume. I dati annuali pubblicati dall’Istat sulla produzione e la fruizione di libri in Italia descrivono un Paese in cui la lettura è divenuto un fenomeno di nicchia, riservato a un ristretto pubblico di iniziati: appena il 40,5 per cento del totale, meno di un cittadino su due. Un fenomeno che si aggrava nel Meridione e in particolare nella terra di Pirandello, Sciascia, Verga e Camilleri, al penultimo posto fra le regioni italiane con più lettori (peggio fa solo la Calabria): in Sicilia, infatti, appena il 25 per cento degli intervistati ha letto un libro per ragioni non scolastiche o lavorative, mentre ben 18 famiglie isolane su 100 sono totalmente sprovviste di libri in casa.

 

 

A comprare e leggere i libri, secondo i dati diffusi dall’ente, sono soprattutto le donne (il 47,1 contro il 33,5 degli uomini), mentre la fascia d’età più coinvolta è quella compresa fra gli 11 e i 14 anni. Che i libri siano divenuti una “merce” quasi esoterica – destinata a una piccola e ristretta fascia di utenti – lo dimostrano anche le statistiche sul livello di istruzione e sul tipo di impiego, con una netta prevalenza di laureati e dirigenti/imprenditori.

 

 

E se fra i lettori è netta la discrepanza fra nord e sud, meglio non va per ciò che concerne la produzione di libri. Su circa 1500 editori presenti in Italia, infatti, oltre il 50% ha sede a settentrione, con una schiacciante prevalenza di Milano, che da sola ospita più di un quarto dei grandi marchi, leader incontrastati del mercato con il 76% dei titoli prodotti e quasi l’86% delle copie stampate.

In Sicilia, nel corso del 2016, i libri editi sono 807, per un totale di 774mila esemplari. Di questi ben 196 sono pubblicati a Messina dagli otto editori presenti in provincia (su 60 in tutta la regione), di cui uno però con produzione nulla.

Interessante anche il dato che riguarda le librerie: in totale, secondo le Pagine Gialle, i rivenditori che vendono libri in Italia sono circa 7000, dei quali però ben 5mila sono cartolerie e cartolibrerie. Delle restanti 2mila attività, le librerie indipendenti sono poco meno di un migliaio, circa il 41 per cento del totale. A riportare il dato siciliano, relativo al numero di librerie ogni 100.000 abitanti,  è invece lo speciale “Qualità della vita” del “Sole 24 Ore” (statistiche del settembre 2015): su 110 province italiane la città dello Stretto si piazza al trentaduesimo posto, Ragusa addirittura all’ottavo, Catania al trentasettesimo, Siracusa al cinquantatreesimo. Palermo è in posizione 61, Agrigento 64, Trapani 89, Enna 92, Caltanissetta 102.

Diverso il dato per quel che riguarda i piccoli comuni: secondo uno studio presentato nel dicembre 2016 dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE), il 15 per cento dei paesi isolani con più di 10mila abitanti sono totalmente privi di librerie.

 

L’ANOMALIA SOCIAL. In questo scenario desolante, in un Paese in cui vige ancora la convinzione che “con la cultura non si mangia”,  esiste tuttavia ancora qualche isola felice, dove gli amanti delle buone letture posso ritrovarsi per condividere interessi, parlare di letteratura e scambiarsi consigli sui titoli da acquistare, o da far leggere ai propri figli. È il caso, ad esempio, dei tanti gruppi Facebook dedicati alla narrativa: centinaia di forum virtuali che resistono stoicamente a bufale, polemiche, idiozie, gattini e odio indiscriminato.

 

Uno dei più attivi, frequentato da circa un migliaio di lettori dello Stretto, è il gruppo “Un libro tira l’altro, ovvero il passaparola dei libri”. Fondato nel luglio del 2013 da un lettore fiorentino, che lo gestisce assieme alla “socia” Valentina Leoni, vanta circa 90mila iscritti ed è uno dei riferimenti virtuali per i lettori messinesi (e non). «I dati di affluenza al gruppo raccontano un’Italia diversa da quella descritta dai dati Istat, a partire proprio dal numero di lettori del Sud Italia, che sono tantissimi. Napoli per esempio è la quarta città con più utenti in assoluto», racconta Claudio Cantini, il fondatore, con un passato da dipendente in banca e una grande passione per la lettura. «Il nostro è un progetto senza scopo di lucro, rivolto non agli scrittori ma esclusivamente ai lettori; vogliamo che sul gruppo si parli di libri come se fossimo al bar a parlare di calcio, serenamente, senza sponsorizzazioni, link esterni e autopromozioni», spiega Claudio, che conferma la passione “rosa” per la lettura: «L’utenza media è fra i 35 e i 55 anni, e comprende moltissimi professori, che chiedono consigli su quali testi proporre ai loro studenti. Rispetto ai dati Istat, la percentuale delle lettrici è persino superiore, con circa il 75% di utenti donne».

 

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