MESSINA. Si svolgerà nel segno di un grande e poco conosciuto cineamatore bolognese il debutto del Fotogramma D’Oro Short Film Festival, in scena al cinema Apollo dal 23 al 26 maggio. Giunto alla sua 50esima edizione, il festival, diretto da Francesco Coglitore, ospiterà 53 opere selezionate su un totale di 244 corti pervenuti da tutti i paesi del mondo. Tanti gli eventi in programma, fra cui un omaggio a Tano Cimarosa, il conferimento del premio alla carriera a Maurizio Marchetti, ospite d’onore, e una mostra pittorica e grafica liberamente ispirata a locandine cinematografiche. A dare il la alle proiezioni sarà il film Un western senza cavalli, un omaggio all’avventura artistica e umana di Mauro Mingardi, al quale è dedicata una retrospettiva.

 

 

 

IL FILM. È il 1970 quando Il tempo nel muro di Mauro Mingardi vince il Festival Internazionale di Rapallo, superando Roberto Rossellini ed Ermanno Olmi. Un traguardo impensabile per un autore sconosciuto ai più, un cineamatore che non volle mai allontanarsi da Bologna e dal suo quartiere, la Cirenaica, dove lavorava come falegname coltivando al contempo la sua più grande passione, quella della pellicola, e trasformando la via Emilia nella sua personalissima Hollywood. Il film Un western senza cavalli, di Davide Rizzo e Marzia Toscano, rende omaggio all’avventura artistica e umana di Mingardi, un artigiano del cinema che ha attraversato mezzo secolo di cineamatorismo, dal pioneristico 8 mm al Super8 alle moderne videocamere, realizzando più di quaranta opere tra lunghi e cortometraggi, e vincendo in tutta Europa decine di premi in festival dedicati a quello che allora veniva chiamato “cinema amatoriale”.

Mauro Mingardi (1939-2009) era un falegname di Bologna. Nel corso della sua esistenza ha scritto, diretto e prodotto western, gialli, film d’avventura, horror e commedie grottesche, film drammatici e sperimentali, trasformando il territorio di Bologna e dell’Emilia Romagna in una piccola Hollywood Padana, girando sempre senza soldi, senza pretese professionistiche, servendosi di amici e parenti, ma con una fantasia, un’artigianalità e una perizia tecnica e artistica tali da renderlo uno dei primi veri “filmmaker” italiani.

Una carriera nel mondo della pellicola che ha un inizio da film. Bologna, 1953: in un afoso pomeriggio estivo, una sfavillante limousine bianca attraversa i viali cittadini, fra l’incredulità dei passanti. A bordo c’è Yvonne De Carlo, famosa star hollywodiana dell’epoca: per quale motivo fosse a Bologna nessuno lo sa. La limousine si ferma in una pompa di benzina per fare rifornimento: la De Carlo paga il benzinaio con dei dollari, ma questi rifiuta. Allora l’attrice offre all’uomo una cinepresa Keystone 8mm, e il benzinaio accetta: qualche anno più tardi quella cinepresa arriverà nelle mani del giovane Mauro Mingardi, che da quel giorno inizierà la sua particolarissima attività di regista, anzi di filmmaker.

Presentato in anteprima al Biografilm Festival 2017 a Bologna, il film è attualmente nelle sale d’essai dell’Emilia Romagna. Prodotto da Imago Orbis, Elenfant Film, Maxman Coop, con il contributo di Emilia Romagna Film Commission, GD Coesia Comapany, con la collaborazione di Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia.

 

 

 

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