MESSINA. «Apprendo dalla stampa, con stupore e rammarico per non essere stato né coinvolto né interpellato, della nota diramata oggi da quattro dei miei colleghi consiglieri del gruppo del Movimento 5 stelle del Comune di Messina e condivisa, stando ai media, dalla deputazione nazionale e regionale. Un gesto che arriva dopo mesi di attriti e incomprensioni, che mi spinge a delle serie valutazioni politiche». Così il consigliere comunale del M5s, Ciccio Cipolla, in merito alla netta presa di posizione dei consiglieri pentastellati Andrea Argento, Cristina Cannistrà, Giuseppe Fusco e Paolo Mangano, che con una nota hanno reagito al sì della collega Serena Giannetto alla piattaforma “Cambio di passo” di Cateno De Luca.

«Il primo anno di legislatura – racconta Cipolla – eravamo tutti d’accordo sulla linea politica da seguire. Ovvero, quella di un’opposizione costruttiva. Ogni passo era preceduto dal dialogo e dal confronto. Con il passare del tempo ho notato che la nostra azione politica si è trasformata esclusivamente in una caccia all’uomo, contro il sindaco. In un’opposizione strumentale e preconcetta. Ciononostante la mia condotta è sempre stata ispirata ai principi del bene comune. Ho sempre votato secondo coscienza, consapevole che di fronte all’interesse dei cittadini non ci sono colori politici che tengano».

«I rapporti interni al gruppo consiliare – prosegue il consigliere comunale – sono divenuti, col passare dei mesi, sempre più tesi. Ho dovuto prendere atto, mio malgrado, del progressivo smarrimento di quel confronto e di quel pluralismo che avevano caratterizzato gli esordi in aula. Cosa che, oggi mi induce a fare le mie valutazioni politiche. Sintomatica è la nota diramata, oggi, dai consiglieri Argento, Cannistrà, Fusco e Mangano. Nota appresa unicamente attraverso i mezzi di informazione, della quale ero totalmente all’oscuro, poiché nessuno mi ha preventivamente consultato».

«Proprio come i miei colleghi asseriscono – conclude Cipolla – il nostro punto di riferimento sono e devono essere gli elettori. Dinanzi ai quali ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. E, dopo due anni, devo tristemente ammettere che la stragrande maggioranza dei miei elettori si è disaffezionata a un movimento che, per molti aspetti, non è più quello dei primi tempi».

 

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