MESSINA. Non si ferma il coro di “no” all’ultimo diktat del sindaco Cateno De Luca, che ha già incassato le risposte negative, con i dovuti distinguo, di gran parte del consiglio comunale. Ultimo ad opporsi all’idea di un intergruppo è il consigliere comunale del Gruppo Misto Salvatore Sorbello, che tira fuori gli artigli accusando il primo cittadino di “totale mancanza di rispetto istituzionale”. Sotto la lente del consigliere anche i mercati cittadini, il risanamento (“che non può intendersi nemmeno avviato”) e i “calci nel c…” più volte prospettati dal sindaco nei confronti del civico consesso. Infine la rivendicazione e il guanto di sfida: «Se proprio non riesce a collaborare con questo Consiglio, si dimetta, non abbiamo paura del confronto».

«Nel rispondere alla sua chiamata irricevibile di costituzione di intergruppo Consiliare – spiega Sorbello – è opportuno, innanzitutto, soffermarsi su un dato certo ed  inoppugnabile, ovvero, la totale mancanza di rispetto istituzionale avuta, nelle sue dirette e nel documento sottoposto alla nostra attenzione, nei confronti dell’aula che, sino ad oggi, le ha permesso di portare avanti con serenità e responsabilità il suo programma elettorale votato dai cittadini. Mi permetto, quindi, di entrare subito nel merito di ciò che Lei ci propone, ma pur volendolo fare in modo completo, ciò è reso impossibile dalla inesistenza delle delibere, delle quali ancora non v’è traccia e che Lei cita solo in linea programmatica, secondo il piano da Lei stilato per il 2020».

«I punti da Lei proposti, qualora giungeranno all’attenzione del Consiglio – prosegue – saranno trattati come tutte le delibere finora proposte ed andranno scandagliate una per una e votate di volta in volta  secondo coscienza, in presenza e con il conforto dei pareri tecnici e di legittimità. Se il percorso da Lei illustrato è astrattamente ammissibile in linea generale da un lato, dall’altro già cozza con il profilo sostanziale perché non si può dire aprioristicamente di si, senza aver prima esaminato il contenuto di ciascuna delibera, e, mi permetta, è discutibile anche sotto il profilo organizzativo-programmatico, posto che alcune delibere meriterebbero di essere trattate con urgenza e nel più breve tempo possibile. Mi riferisco, ad esempio, al penultimo punto di delibera previsto per dicembre del 2020, che riguarda il Piano Commerciale per l’individuazione di parcheggi isolati per aree mercati, questione che merita priorità assoluta a prescindere dalla regolarizzazione dei canoni pregressi di ogni singolo possessore di licenza, almeno che non ci sia una lucida folle volontà di affossare il settore perché problematico da gestire».

Poi il tema delle baracche: «Sul tema fondamentale del risanamento, nonostante la buona volontà, le grandi aspettative ed il grande supporto ricevuto da tutta l’aula all’unanimità, non si sono registrati i passi sperati. Invero, le prime abitazioni popolari che hanno consentito di assegnare le prime case, facevano parte del progetto della vecchia amministrazione e a Lei, insieme con tutta la nostra amministrazione, indubbiamente, va il merito di aver fatto gli allacci necessari e consegnato le chiavi. Però le baracche ancora in piedi ci sono e sono diventate vere e proprie discariche abusive a forte impatto ambientale, che minacciano più di prima le famiglie rimaste a vivere accanto  ad esse. Per tale motivo, il risanamento non può intendersi nemmeno avviato. Altro aspetto negativo di questa azione di risanamento è costituito dal fatto che invece di iniziare da Fondo Fucile, per la vasta concentrazione di amianto, si è invece iniziato con le case D’Arrigo, per permettere alla ditta di proseguire i lavori di Via Don Blasco, andando contro con quanto previsto nel cronoprogramma che abbiamo votato. È altresì opportuno segnalare sin da subito che  100 delibere saranno impossibili da esitare nel 2020 proprio perché coincidenti con la trattazione di 15 mila delibere da esitare, sui dfb che questo Consiglio si è preso la responsabilità di portare avanti con grande serietà, spirito di servizio e senso del dovere mancato negli ultimi anni. Anche per tale motivo non è possibile la sottoscrizione di questo patto»

«L’idea dell’intergruppo non serve, Sig Sindaco. Il singolo Consigliere Comunale – conclude – ha già  il compito-obbligo di finalizzare la propria attività alla migliore e benefica amministrazione della città. Non ci vuole l’intergruppo per essere d’accordo su ciò che è necessario alla salvezza di Messina e abbiamo già avuto modo di dimostrarlo alla nostra città, alla quale rispondiamo.
Sig. Sindaco, abbandoni quell’errata allegoria che si è fatto del Consiglio, solo gli ossessionati possono pensare che ci sia sempre qualcuno da  prendere a calci e la vicenda del quadro qui casca proprio a pennello, perché neanche Marte, per vincere la guerra, ha mai dato calci a nessuno…  Lei dovrebbe fare esattamente ciò che fa Marte nel quadro di Giordano,  poggiare il piede sul capo del vegliardo Cronos, simulando di trattenere il tempo per cristallizzare la fine di tutte le ostilità. Solo così Messina potrà essere forte, efficiente e produttiva. È questa l’unica allegoria possibile. Se proprio non riesce a collaborare con questo Consiglio, si dimetta, non abbiamo paura del confronto. Noi Consiglieri, come anche Lei, siamo stati eletti dal popolo e abbiamo solo una grande voglia di lavorare bene per la nostra città».

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