MESSINA. La scerbatura il comune di Messina la paga due volte: la prima all’interno dei poco più di 46 milioni che era costata la tari del 2019, in cui il contratto di servizio che lega Palazzo Zanca a MessinaServizi, tra i compiti che quest’ultima dovrebbe svolgere, indica chiaramente il “diserbo”. E la seconda quando sarà aggiudicata la gara (senza bando, con procedura negoziata) da 150mila euro per la scerbatura delle strade.

Un servizio che, secondo l’allegato 3 del contratto di servizio di MessinaServizi, dovrebbe essere svolto dalla partecipata che si occupa di rifiuti e pagato dai 46 milioni di euro di tributi per i rifiuti che ogni anno i messinesi sborsano per i servizi di igiene, raccolta e spazzamento rifiuti, ma che nella maggior parte della città non viene svolto da mesi (molti).

E invece no. All’albo pretorio del comune di Messina è apparsa la gara, che si svolgerà per procedura negoziata (quindi senza bando) per togliere le erbacce dalle strade. L’affidamento non andrà a bando perchè il decreto legislativo 50/2016 consente il ricorso alla procedura negoziata per l’affidamento di lavori di importo non superiore a 150mila euro, esattamente l’importo della gara.

Non è la prima volta che l’amministrazione si rivolge all’esterno per servizi che invece dovrebbe garantire la sua partecipata: qualche mese fa, ad aprile, per 154mila euro è stata aggiudicata una gara (sempre a procedura negoziata, tre partecipanti, vinta dalla Ital Costruzioni Group srl) per la scerbatura dello spartitraffico, della linea tranviaria e delle aree a verde di Messina. A fine luglio, altra gara per la scerbatura delle scuole e degli stabili comunali.

 

A spiegare che MessinaServizi avrebbe potuto esternalizzare alcuni servizi era stato il sindaco Cateno De Luca un anno fa. Ma non è solo l’amministrazione di De Luca a ricorrere ad affidamenti all’esterno per servizi che dovrebbe svolgere una partecipata. A dicembre del 2017, infatti, che l’amministrazione di Renato Accorinti aveva pubblicato una determina a contrarre per servizi di “Interventi urgenti di scerbatura e manutenzione del verde” da 50mila euro, con la motivazione che “Che l’amministrazione comunale non dispone in organico del personale per poter espletare direttamente le attività citate“. All’epoca, però, MessinaServizi non esisteva, e il servizio, per conto del comune di Messina, avrebbe dovuto svolgerlo MessinAmbiente e l’Ato3.

Quello delle scerbature è stato sempre un problema annoso, frutto di una relazione piuttosto complicata tra Messinambiente e Ato3, della divisione dei compiti spettanti all’una o all’altra delle partecipate del Comune, di chi avrebbe dovuto fare cosa.

Tagliare l’erba, per esempio: una delibera di giunta, la 626 del 13 settembre 2016, sembrava chiarire la questione: nel capitolato d’oneri dell’Ato3, infatti, c’era scritto chiaramente cosa compete alla società d’ambito: “Manutenzione delle siepi e cespugli (potatura, scerbatura, concimazione, zappettatura, interventi fitosanitari) delle aree a verde del centro urbano della città di Messina”, e “Manutenzione-diserbo dei marciapiedi, dei vialetti e dei cordonati attigui alle aree a verde del centro urbano”.

Tutto chiaro? No. Perchè anche a Messinambiente, nella stessa delibera, viene affidata la “pulizia di tutte le aree a verde ricadenti dentro tutto il territorio comunale”, ad esclusione delle ville comunali e della passeggiata a mare, “che l’amministrazione si riserva di continuare ad affidare” all’Ato3.

La speranza era riposta in MessinaServizi Bene Comune, partecipata che non aveva in eredità i debiti delle due “madri”. E invece no. Il servizio si esternalizza. Ma si paga anche con la tari. Salatissimo.

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[…] con vaghe e non troppo riuscite pretese di ironia, in risposta ad un articolo di LetteraEmme, questo, in cui si è scritto, contratto di servizio alla mano (riportato come screenshot), che il comune […]