MESSINA. Lo sbaraccamento? va a rilento perchè non si trovano case da acquistare: i soldi ci sono, sono i messinesi che non vogliono vendere case che saranno destinate ai baraccati. E’ la versione che da settimane il presidente di Arisme Marcello Scurria ed il sindaco Cateno De Luca dichiarano essere alla base dei forti ritardi sul cronoprogramma che l’amministrazione stessa si era data per liberare Messina dalle baracche.

Eppure c’è chi racconta una storia diversa. Riceviamo e pubblichiamo una lettera da parte di un cittadino che da anni tenta di vendere la sua casa al Comune, e nonostante la “penuria” denunciata da sindaco e Arisme, non ci riesce, andandoci ogni volta vicino, senza che la vendita si concretizzi mai. Questa la lettera.

Ho letto l’articolo pubblicato sulla Gazzetta del Sud dell’8 dicembre 2019 dal titolo “C’è chi si rifiuta ancora di vendere le case ai baraccati” – Il Sindaco De Luca e il presidente Scurria lanciano appelli alla città. Si legge nell’articolo che il Comune dispone dei soldi necessari per acquistare almeno 300 immobili ma la reale disponibilità è di circa 100.

Mi sono occupato negli ultimi anni di gestire e seguire le proposte di un paio di immobili di famiglia: con il bando dello scorso anno, quando l’Arisme non era ancora nata, abbiamo offerto in vendita due immobili al Comune, dignitosi ed idonei per trasferire le famiglie che vivono nelle baracche. La gestione delle offerte è stata acquisita dall’Arisme dal momento della sua nascita. Dopo più di un anno, dopo la visita degli immobili da parte prima dei valutatori esterni e poi dei tecnici interni all’Arisme negli scorsi mesi, tutto tace.

Più volte ho avuto modo di confrontarmi direttamente con il personale dell’Arisme per chiedere lumi sulla valutazione delle nostre offerte ma da mesi la risposta è stata sempre la stessa; sono al vaglio della Commissione.

L’unica notizia che mi è stata riferita verbalmente ed informalmente è che gli immobili, benchè di per sé idonei, non sarebbero stati presi in esame perché il contesto condominiale (grandi isolati con enormi spazi interni a ridosso della Villa Dante), è degradato, e non va bene per il Comune. Eppure in quei condomini vi abitano circa 200 famiglie (un tempo vi ho abitato anch’io) molte delle quali nell’immobile di proprietà; ma per il Comune sembra che non siano idonei a trasferire le persone che tutt’oggi vivono nelle baracche. Forse si aspettavano che venissero offerti immobili in Piazza Cairoli a prezzi da baracca.

“Sembra”, perchè ad ogni modo il Comune (l’Arisme) ad oggi non ha formulato né una valutazione (ed una eventuale offerta) né ha comunicato formalmente che gli immobili non sono di proprio interesse. E quindi sono portato a pensare che qualcosa nel meccanismo di valutazione/acquisto non funziona correttamente.

Non solo: uno di questi due immobili era già stato offerto in vendita con il bando di 5 anni fa; all’epoca il Comune, dopo avere fatto visionare l’immobile e la relativa documentazione da parte del proprio staff tecnico, offrì un prezzo in ribasso rispetto alla proposta presentata che comunque fu accettato.

Dopo 4 anni ricevemmo la comunicazione da parte del Comune che la nostra offerta era stata stralciata dalla graduatoria perché nella domanda dimenticammo di specificare “di essere al corrente che il Comune non era obbligato all’acquisto”; dimenticanza che certamente non ledeva il diritto di alcuno né tanto meno metteva in pericolo il Comune davanti ad un possibile nostro ricorso al Tar, poiché comunque tale circostanza era ben specificata nel bando.

Quello stesso Comune che prorogava di volta in volta la scadenza per la presentazione delle domande nell’attesa che alcune società terminassero la costruzione di intere palazzine per le quali avevano già presentato l’offerta di vendita.

Oggi mi si potrebbe dire che si trattava di un’altra amministrazione. Ma quell’attuale non mi sembra che stia facendo di meglio se non riempire le pagine dei giornali con articoli dai grossi titoli ma probabilmente privi di reale contenuto…. e allora a chi serve tenere ancora le famiglie nelle baracche?

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Gaetano
Gaetano
11 Dicembre 2019 13:00

A mio avviso, prima di pubblicare una lettera che mette in dubbio l’operato di un qualsiasi ente pubblico, sarebbe necessario informarsi presso l’ufficio in questione e solo in caso di mancata disponibilità a rendere chiarimenti, pubblicare una versione unilaterale della vicenda.

mm
Editor
11 Dicembre 2019 16:51
Reply to  Gaetano

Una delle doglianze di chi ha scritto la lettera era proprio questa, il silenzio dell’organo preposto sulla sorte dell’offerta.