MESSINA. “Obiettivo del progetto è quello di incidere sul tessuto urbano e sociale, strutturando un intervento che, oltre a dare una risposta all’esigenza abitativa, possa modificare la percezione e la fruizione di uno spazio urbano dotandolo di luoghi che possano favorire l’incontro, il dibattito, la socializzazione, mettendo al centro così come richiesto dagli stessi abitanti principi di “sicurezza, di cura e bellezza”. E’ il nuovo edificio a tre piani, con spazio urbano, che sorgerà nell’area sbaraccata di fondo Saccà, finanziato dal progetto Capacity per una nuova idea di edilizia residenziale pubblica che sostituisca la logica dei palazzoni-ghetto, che hanno caratterizzato per decenni le operazioni di risanamento, fallendo miseramente, e che stanno per essere riproposti nel progetto dell’amministrazione di palazzoni a otto piani finanziati dal progetto “Qualità dell’abitare”.
Quello che sorgerà a fondo Saccà, tra via Maregrosso, via Avellino e via Benevento, accanto alle case su un piano già finanziate da Capacity e costruite, ed l'”Hub di comunità”, è un edificio residenziale a tre elevazioni che accoglie 12 unità abitative da assegnare agli aventi diritto, disegnato ricavando un sistema di terrazzi e piccoli patii a sud, uno svuotamento centrale, funzionale alla distribuzione orizzontale e verticale agli appartamenti, che diviene, attraversando la profondità dell’edificio, ossatura principale ed elemento ordinatore dei prospetti est ed ovest. Un sistema di terrazzi e patii introduce il verde nell’edificio (926 metri quadrati) enfatizzando il rapporto con il parco, tagli e trasparenze sull’apparato di rivestimento delle murature perimetrali modulano la permeabilità tra interno ed esterno. Ogni appartamento gode di un duplice affaccio e di una pertinenza (giardino, loggia, patio) sempre diversa. L’edificio è dotato di un piano seminterrato di parcheggi.
“L’aspetto architettonico compositivo è determinato dalla volontà di integrare le funzioni dell’abitare con nuovi spazi per la socialità. Nasce da qui il percorso centrale pedonale di collegamento che crea un diretto contatto con il parco che diviene occasione di riqualificazione urbana”, spiega la relazione. Il parco a verde proporrà prato, frutteti, pavimentazione, e sedute, zone d’ombra, una vasca d’acqua a raso e “tutto ciò che possa incentivare la fruizione dell’area da parte della comunità. Si vuole realizzare un luogo di incontro e di crescita collettiva, dove possano susseguirsi esperienze sociali per la condivisione dello spazio pubblico creando un’importante sito di aggregazione, che coinvolga tutte le generazioni; il luogo diviene altresì una ricchezza ambientale per la biodiversità urbana con l’introduzione della coltivazione delle piante da frutto”, recita la relazione.
Il progetto Capacity nasce a fine 2016 da un’idea dell’allora assessore all’Urbanistica Sergio De Cola, dal presidente della Fondazione di comunità di Messina Gaetano Giunta e della professoressa di Pianificazione urbanistica della facoltà di Ingegneria dell’università di Messina Marina Arena: Il risultato del progetto sono 205 famiglie uscite dai ghetti per andare a vivere in una casa dignitosa da loro scelta, e poco meno di metà di essi in una casa di proprietà. I numeri parlano di ottantasei milioni di finanziamento (quasi 18 di provenienza ministeriale, oltre 68 di cofinanziamento di partner privati), sei assi d’intervento (dallo sbaraccamento alla riqualificazione, fino ad arrivare al microcredito), il primo progetto “sistemico” di risanamento, per consentire a chi viveva in baracca (Fondo Saccà e Fondo Fucile soprattutto), non solo di avere un alloggio decente, ma di poterlo scegliere, acquistare e manutenere negli anni, ma anche sviluppare servizi di socializzazione e programmi personalizzati, co-housing, autocostruzione, e in definitiva “responsabilizzazione” di chi aveva accesso ad alloggi e progetti, per evitare la creazione di nuovi ghetti. I risultati sono stati raccontati e valutati come caso di studio “Rigenerazione urbana e approccio alle capacitazioni”.
