MESSINA. Durissimo faccia a faccia fra il Sindaco Cateno De Luca, che ha incassato il sì sulle prime 11 delibere del Salva Messina, e il gruppo consiliare del M5S, che ha lasciato l’aula in segno di protesta dopo le contestazioni mosse dal primo cittadino alla collega Cristina Cannistrà, sancendo in maniera netta una frattura forse insanabile con la Giunta e il resto dei consiglieri, tutti favorevoli (con qualche distinguo) alla strategia del sindaco sul fronte “Servizi sociali”.

Lo scontro ha avuto inizio sin dalle prime battute della seduta, quando il capogruppo dei pentastellati Andrea Argento ha preso di mira i metodi del sindaco, accusato di proporre “un programma di sindacatura” e di chiedere ai consiglieri di rinunciare al proprio ruolo con “un’adesione acritica e fideistica”, dettando tempi e contenuti. Una prima stilettata, con tanto di riferimento al passaggio fra la versione “lacrime e sangue” a quella “ostriche e champagne” della manovra, alla quale De Luca ha subito risposto per le rime, accusando a sua volta i 5Stelle di non aver presentato alcuna proposta: «Con tutto il rispetto sotto il profilo politico, posso dire che ad oggi sotto i capelli nulla. Il gruppo 5Stelle non essendo all’altezza del confronto dice che il consiglio è supino al sindaco, si sparano cose fumose senza proposte», ha sbottato, chiudendo il suo discorso con un riferimento a Gesù Cristo che ha dato il la a una breve disquisizione teologica.

La vera faida è avvenuta però qualche ora dopo, quando è iniziato il dibattito sui Servizi sociali, con l’ingresso nel loggione di una ventina di operatori del settore, che hanno cadenzato dall’inizio alla fine la discussione in Aula con mugugni e cori da stadio (“Cateno uno di noi, uno di noi…”). Non sono mancati inoltre tafferugli nei corridoi e momenti di tensione “a fari spenti”, fino alla decisione dei 5Stelle di lasciare l’Aula in blocco.

Ad accendere la miccia dello scontro è l’intervento di Cristina Cannistrà, che ha poi annunciato di non partecipare ai lavori in quanto operatrice dei servizi sociali (e quindi parte in causa).  «Il nostro lavoro è diventato strumento di consenso elettorale. Il M5s è sempre stato per l’internalizzazione dei servizi essenziali ma avevamo chiesto al sindaco di non puntare sul pacchetto unico. Non si devono distruggere per l’ennesima volta le aspettative di tutti i lavoratori del comparto e non è corretto prendere in giro i lavoratori», ha commentato la consigliera, scatenando la reazione di De Luca e degli astanti sul loggione. «Quando è iniziata la discussione sul Salva Messina avevo posto un tema etico, cioè evitare che presenziassero ai lavori consiglieri incompatibili pur di sfasciare i progetti di questa amministrazione. La Cannistrà non merita alcuna risposta», ha sbottato De Luca, chiedendo il suo allontanamento dall’Aula. A prendere le difese della collega è stato quindi il capogruppo del M5S Andrea Argento, che ha replicato tono su tono al primo cittadino: «Non permetto a nessuno di fare insinuazioni e show sulle spalle di una consigliera che ha operato sempre con grande senso di responsabilità», ha urlato al microfono, tirando in ballo l’incompatibilità del sindaco (per il suo incarico da deputato regionale) e la questione sbaraccamento: «Non vogliamo che i lavoratori presenti in tribuna finiscano come i cittadini che pensavano di essere fuori dalle baracche il 31 ottobre».

Per le repliche non c’è più tempo, dato che i pentastellati decidono di lasciare i loro scranni fra i continui mugugni della platea, che hanno interrotto più volte il dibattito in aula con applausi scoscianti, urla e cori che hanno esasperato ancor più il clima da “guerra civile”. Piuttosto blandi gli interventi del presidente del Consiglio comunale Claudio Cardile, che in passato era invece intervenuto con veemenza per zittire le contestazioni da parte dei sindacati in occasione del voto sulla prima versione del “Salva Messina”, quella “lacrime e sangue”. All’epoca, un primo cittadino furioso aveva mandato letteralmente a “fanculo” i presenti,  fra i quali dei sindacalisti, chiedendo l’intervento delle forze dell’ordine a fronte di proteste a dire il vero abbastanza pacate.

«Non sapevamo nemmeno noi cosa esattamente si sarebbe discusso, considerate le tante delibere da votare e il poco tempo a disposizione, ma alcuni lavoratori dei servizi sociali sì». È il commento che è girato fra i banchi dell’Aula, soprattutto dalle parti del M5S.

 

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Sergio
21 Novembre 2018 22:16

Grazie…preferisco…attendere le disquisizioni prossime !!! Cmq mi piace questo confronto x la ns città !!!