MESSINA. Quali azioni ha messo in atto il Comune per prevenire possibili rischi idrogeologici dopo gli incendi estivi che hanno funestato il territorio? Lo chiede in un’interrogazione rivolta al sindaco Federico Basile il consigliere del Pd Alessandro Russo, che cita nello specifico il caso del Zafferia e la direttova regionale diramata dal Segretario Generale dell’Autorità di Bacino della Regione Siciliana, Leonardo Santoro.

Di seguito la nota integrale:

“Gentile Signor Sindaco, con la presente mi rivolgo alla S.S. nella qualità di Autorità locale di Protezione civile, ai sensi dell’art. 54 del TUEL, per conoscere quali atti l’Amministrazione abbia posto in essere in riscontro alle raccomandazioni che il Segretario Generale dell’Autorità di Bacino di distretto idrografico della Sicilia, ha diramato, in data 08.08.2024, con nota n. 20552, avente per oggetto: “Effetti della crisi idrica e degli incendi boschivi e di interfaccia sul dissesto idrogeologico – direttiva emanata ai sensi degli artt. 10 e 12 R.D. 25 luglio 1904 n. 523 per la mitigazione dei fenomeni di dissesto idrogeologico, eventi alluvionali, frane, colate di fango e detriti, aggravati dagli effetti degli incendi” (da ora in avanti, la “direttiva regionale”). La direttiva indica delle azioni che le amministrazioni locali devono porre in essere al fine di far fronte alle principali criticità territoriali che si verranno a configurare a seguito degli effetti indotti dagli incendi, soprattutto quelli che si innescano nelle fasce suburbane o comunque a ridosso di centri abitati e infrastrutture, in occasione delle piogge autunnali che possono causare eventi alluvionali, frane o colate di fango a ridosso di borghi collinari, villaggi e zone abitate lungo le aste torrentizie e i litorali.

Neppure qualche giorno dopo l’emanazione della citata direttiva regionale, la nostra città ha subito degli improvvisi e violenti eventi di piogge intense che, specialmente nella zona Sud, in zone precedentemente interessate da incendi nel mese di luglio, hanno causato danni molto gravi a oggetti e case, nel caso specifico lungo il torrente Zafferia. Così come previsto dalla direttiva regionale, a Zafferia si è assistito in poche ore alla formazione di una importante ondata di piena del torrente mista a detriti e fango che si è riversata sulla zona interessata.

Nella direttiva è previsto che “le ceneri prodotte dagli incendi (…) configurano un mutato stato della capacità di ricezione delle acque piovane da parte degli areali attraversati dal fuoco e dei compluvi, resi così, semi impermeabili al deflusso delle acque. La conseguente drastica riduzione dei tempi di corrivazione delle acque meteoriche e la dilavazione degli strati superficiali del terreno, aumentano il volume idrico trasportato lungo i versanti collinari, comportando inevitabilmente un consistente aumento dell’energia cinetica delle colate di fango che si riversano (…) quasi istantaneamente a valle”. Aggiunge la direttiva che: “La conseguenza immediata (…) è la formazione di colate di fango e detriti che si trasformeranno, a valle, in ondate di piena dei corsi d’acqua e nelle reti urbane di convogliamento delle acque bianche (…). Valanghe d’acqua, colate di fango e detriti e frane semifluide che, conseguentemente, avranno effetti devastanti sui centri abitati vallivi”.

A seguito delle lucide e attendibilissime previsioni formulate dalla direttiva regionale, che – come nel caso di Zafferia – ha avuto un preoccupante conferma sul territorio più fragile della nostra città in occasione delle prime intense piogge a seguito di incendi devastanti delle precedenti settimane, come a Ella ben noto, le Amministrazioni comunali devono dare riscontro circa le azioni e gli atti conseguenti atti a monitorare lo stato del rischio sul nostro territorio e a preservare dal rischio idrogeologico violento con provvedimenti conseguenti, come del resto previsto dall’art. 10 del T.U. n. 523/ 1904, laddove si prevede che: “Le amministrazioni comunali devono provvedere alla difesa dell’abitato di città, di villaggi e di borgate contro le corrosioni di un corso d’acqua e contro le frane”, sia nell’ambito della propria pianificazione di emergenza che, in particolare, con attenzione a quegli areali che sono stati interessati dagli incendi boschivi e di interfaccia.

Alla luce di quanto sopra riportato e considerato, è interesse dello scrivente consigliere avere rassicurazioni e notizie in brevi tempi in merito ai seguenti punti di particolare rilievo, poiché potenzialmente comportanti rischi per la sicurezza idrogeologico della nostra città: –

1) Sono state individuate le perimetrazioni dei territori comunali coinvolti in eventi incendiari recenti che possono concausare, negli areali interessati, eventi idrogeologici estremi a causa della mutata natura dei suoli, delle vegetazioni e dell’incrementato rischio di colate di fango e detriti?

2) Sono state monitorate le potenziali aree di rischio relative ai corsi d’acqua, compluvi, canali, reti di acque bianche, canali fugatori che attraversano il nostro territorio comunale – con particolare attenzione alle aree abitate coinvolte – e che potrebbero essere interessate da ondate più rapide e violente rispetto ai corsi d’acqua i cui bacini imbriferi hanno mantenuto intatta la coltre preesistente?

3) Sono stati posti in essere interventi per lo sgombero dei rifiuti di varia natura (sfabbricidi, carcasse di auto, carcasse di animali, elettrodomestici, mobili, rifiuti, rifiuti speciali, etc.) abbandonati a ridosso degli alvei e che riducono la sezione idraulica dei corsi d’acqua con contestuale intensificazione dell’attività di controllo?

4) Sono state poste in essere azioni di mitigazione del rischio idraulico volte a: a) individuare i tratti di viabilità ricadenti impropriamente nell’alveo di corsi d’acqua ed effettuare la vigilanza idraulica di tali nodi di conflitto per impedirne l’utilizzo in caso di eventi meteorici estremi; b) rimuovere qualsiasi elemento impropriamente allocato in aree di demanio fluviale costituente ostacolo al deflusso delle acque (rifiuti, RSU, cassonetti, mobili, automezzi, attrezzature varie, etc.); c) evitare l’accumularsi di rifiuti solidi urbani anche differenziati, ammassati a ridosso degli alvei dei torrenti?

5) Sono state effettuate delle verifiche con apposite indagini dell’eventuale contaminazione del suolo e delle falde acquifere soprattutto per gli areali interessati da incendi posti a ridosso di sorgenti, acquedotti o serbatoi di accumulo?

6) Sono state effettuate le bonifiche dei siti colpiti da incendi di interfaccia, con particolare riferimento ai residui di combustione di rifiuti solidi urbani, plastiche, materiali tossici che hanno potuto generare, a seguito della combustione, diossina e trasferimento in discarica di tali materiali?

7) Infine, è stato previsto, all’interno del nostro piano comunale di protezione civile, un sistema di allentamento delle popolazioni più a rischio in caso di eventi meteorici estremi e una comunicazione diffusa a favore dei residenti interessati sui comportamenti da tenere, sulle vie di fuga da impiegare e sulle situazioni di pericolo da evitare nell’evenienza dell’emergenza idrogeologica?

Quanto sopra, Signor Sindaco, al fine di conoscere lo stato dell’arte alla data odierna sulle azioni di monitoraggio, di controllo delle fonti di rischio, di messa in sicurezza del nostro territorio e di salvaguardia dal rischio idrogeologico delle popolazioni residenti in aree potenzialmente interessate che, alla luce della direttiva regionale, sono obiettivi sensibili a causa di eventi idrogeologici estremi conseguenti ai diffusi incendi estivi che tra lo scorso anno e quest’anno hanno interessato un amplissimo areale del nostro territorio”.

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