MESSINA. La zona sud rischia il dissesto idrogeologico e tre villaggi (Santo Stefano Medio, Santo Stefano Briga e Santa Margherita) non sono in condizioni di sicurezza: il sindaco del Comune di Messina dovrà “porre in essere o mantenere le necessarie misure a protezione della pubblica e privata incolumità“. Ma non solo, perché gli Enti e le Amministrazioni territoriali competenti (quindi anche a livello regionale) dovranno “verificare e valutare le condizioni di rischio residuo nell’area in rassegna ed a programmare ed attuare, anche a mezzo delle opportune forme di intesa, raccordo e cooperazione, gli interventi strutturali e non ritenuti necessari”.

A disporlo, tramite invito, è il dipartimento di Protezione civile nazionale, che ha ricevuto nei giorni scorsi (esattamente il 18 gennaio 2021) una segnalazione dal “Comitato per la rinascita di Messina” con la quale venivano rappresentate alcune problematiche riguardanti il bacino del Torrente S. Stefano, nella zona sud del territorio comunale e in prossimità dei tre centri abitati.

“Nello specifico – si legge sul documento del dipartimento nazionale – viene evidenziata l’assenza di vie di fuga alternative alla strada provinciale 36, con il conseguente isolamento dei centri abitati di S. Stefano Medio e S. Stefano Briga nell’eventualità della chiusura della predetta strada provinciale. Viene altresì sottolineata l’inadeguatezza della viabilità esistente nei confronti dell’ordinario traffico viario e le conseguenti difficoltà a consentire il rapido accesso ai mezzi di soccorso e la celere evacuazione della popolazione, nell’eventualità di calamità naturali che le rendessero necessaria”.

“Inoltre, il Comitato ha rimarcato le condizioni di rischio idrogeologico del bacino del Torrente S. Stefano (nel quale ricadono aree classificate a rischio idraulico e idrogeologico molto elevato R4 dal Piano di Assetto Idrogeologico), il cui alveo (sempre secondo quanto riferito) – si legge ancora sulla nota – sarebbe interessato dal continuo conferimento abusivo di inerti e dalla crescita di vegetazione arbustiva spontanea che avrebbero innalzato la quota dell’alveo e ridotto la luce degli attraversamenti stradali ivi presenti. Da ultimo viene segnalata la precarietà dei muri d’argine ivi esistenti lungo l’asta torrentizia, a presidio dei centri abitati”.

“Il dipartimento non ha una competenza specifica sulla questione segnalata; di conseguenza sono state sensibilizzate le istituzioni territoriali competenti per gli opportuni approfondimenti e relativi seguiti”, spiegano dalla Protezione civile nazionale, che ha appunto interessato il dipartimento regionale della Protezione civile, il commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico nella Regione Siciliana, la Città Metropolitana di Messina e il sindaco della città di Messina, Cateno De Luca per la valutazione del caso.

“Ai sensi della vigente normativa – spiegano infatti dal dipartimento nazionale – ogni iniziativa volta alla gestione del territorio è attribuita alla esclusiva competenza degli Enti e Amministrazioni territoriali”. Fra queste iniziative, c’è anche “l’aggiornamento del piano comunale di Protezione civile che, ancorché in forma speditiva, sulla base dei messaggi emessi nell’ambito del sistema di allertamento nazionale, dovrà stabilire le azioni da porre in essere per fronteggiare efficacemente gli eventi, previsti o in atto, attraverso le attività di presidio territoriale e l’attivazione di misure di salvaguardia e di informazione della popolazione“.

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