MESSINA. «Riaprire al transito la Galleria San Jachiddu. È ciò che chiedono a gran voce cittadini e commercianti». A scriverlo, in una nota, è il consigliere della V Circoscrizione Franco Laimo, che si fa carico delle richieste degli abitanti: «La gente è inferocita, i commercianti (che in queste settimane hanno subito un brusco calo delle vendite) sono prossimi alla protesta e pronti ad occupare il Viale Regina Elena, e il Viale della Libertà, che nelle ore mattutine sono davvero impercorribili persino con i mezzi a due ruote, nonostante gli sforzi e la presenza del Corpo dei Vigli Urbani che stazionano negli incroci nevralgici».
«Un lavoro di tale portata – spiega ancora – non può certo paralizzare mezza città e chi proviene dalla zona Nord lo sa bene. Il Dipartimento di Viabilità non può diramare lo slittamento di un’altra settimana a pochissime ore dalla riapertura, che era stata prevista per il pomeriggio di oggi 28 Giugno alle ore 18.30 (appreso tra l’altro solo dai media senza ricevere alcuna comunicazione presso la sede della V Circoscrizione). Giusta ed azzeccata – prosegue – l’idea dello slittamento dei lavori dopo la chiusura delle scuole, ma in altri luoghi tali lavori sarebbero stati compiuti nell’arco di qualche nottata, e poi si parla ancora di “Ponte sullo Stretto”? Per una questione di pubblica sicurezza occorre studiare e programmare per tempo tali opere di manutenzione; è palese che la zona Nord è aumentata dal punto di vista demografico vertiginosamente nell’ultimo decennio e poi, da non sottovalutare l’importante snodo autostradale di Giostra, che funge da valvola di sfogo. Occorre elevarsi e non restare fermi: la Contrattazione Collettiva Nazionale di Lavoro prevede il lavoro notturno, e proprio per evitare disagi sulla viabilità stessa occorre effettuare tali interventi “in notturna”. In Giappone nell’arco di un mese avrebbero costruito una seconda galleria».
Infine una considerazione più “tecnica”: «Le infiltrazioni d’acqua da prosciugare, che hanno prolungato la chiusura, a quanto pare continueranno a verificarsi proprio per la presenza di una falda acquifera presente sotto la montagna, così hanno dichiarato diversi geologi».
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