Era stato eletto per la prima volta all’assemblea regionale siciliana nel 1996, incassando 10 mila 124 preferenze. Un esordio promettente ma che sembrò infrangersi quasi subito: nel 1998 fu dichiarato dalla corte d’Appello di Palermo ineleggibile.

Fu rieletto eccome, invece, sempre nelle elezioni successive. Ininterrottamente fino a ieri, quando gli exploit dei compagni di lista, cioè di Genovese junior e del penalista Tommaso Calderone, hanno interrotto la continuità elettorale del chirurgo di San Pier Niceto. Per la prima volta dal 1996 ad oggi, Santi Formica non viene eletto e non siederà negli scranni dell’Assemblea regionale siciliana, pur potendosi consolare lautamente con il trattamento di fine legislatura.

Un calo esorbitante di preferenze: diecimila al suo esordio in Alleanza nazionale, furono altrettanti per la legislatura successiva, si innalzarono nella XIV legislatura quando Formica incassò 15 mila 377 voti. Niente in confronto al picco di 23 mila 180 voti registrato nella XV legislatura, voti che andarono a gonfiare la lista del Popolo della libertà. Già in calo nella scorsa tornata elettorale, con 9 mila 850 voti, la sua corsa elettorale termina con 6 mila preferenze. Dopo vent’anni da deputato, anche assessore alla Formazione e vicepresidente dell’Ars, e dopo varie vicende giudiziarie, tra le quali il danno erariale contestatogli dalla Corte dei conti, per più di 300 mila euro. Fece scalpore anche il conto off shore svelato dalla Corte dei conti appena l’anno scorso, nel quale aveva fatto confluire appartamenti a Milazzo e Tusa, porzioni di terreno, e una Porsche. Era stato coinvolto nello scandalo sulla Formazione professionale, nel troncone che ha riguardato il Ciapi, rinviato a giudizio, la sua posizione è poi stata archiviata per decorrenza dei termini di legge. Archiviato ieri anche dagli elettori, Formica dal 2008 ad oggi ha perso 17 mila voti, cifra che suonerà familiare in casa Genovese.

Oltre Formica, i trombati illustri di questa tornata elettorale sono: Nino Germanà, Pippo Laccoto, Beppe Picciolo, Marcello Greco, Pippo Currenti, e il presidente uscente dell’Ars Giovanni Ardizzone.

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emmeaics
emmeaics
8 Novembre 2017 7:25

aveva fatto il suo tempo, già nel 1996