MESSINA. Uno spettacolo originale, inusuale, rivoluzionario nella sua creativa costruzione scenica, nato dal desiderio dell’associazione messinese “Le armi della critica” di celebrare il centenario della Rivoluzione Sovietica del 1917, raccontandola alla gente nello spazio della Sala Laudamo di Messina.

Un solo atto dal ritmo incalzante, scandito dai motivi musicali composti ed eseguiti al pianoforte da David Carfì, in cui si alternano la voce narrante dello storico Federico Martino, “intervistato” sul palco da Nino Saterno, brevi parti del film “Ottobre” di Eisenstein, brani di Majakovskij e recitazioni sceniche di fatti salienti accaduti nei “dieci giorni che sconvolsero il mondo”.

Non è facile raccontare la Storia, dipanare gli intrecci dei fatti e dei sentimenti umani che in un luogo, in un momento, si aggrovigliano al punto di creare un nodo, una crisi, una catarsi –la rivoluzione, appunto- che al tempo stesso è effetto di ciò che è accaduto prima e causa di tutto ciò che verrà dopo.

Non è facile, ma era proprio questo il progetto ambizioso che Federico Martino, Renato De Luca ed il compianto Pompeo Oliva si erano prefissi di realizzare, chiedendo la collaborazione di Daniela Conti e di Nino Saterno per costruire un allestimento scenico che raccontasse la Rivoluzione d’Ottobre, che ne celebrasse le ragioni ed evidenziasse il modo in cui la sua influenza si esercita ancora oggi, nel bene e nel male, nel nostro mondo, nel nostro pensiero.

Un progetto coltivato con cura anche ai minimi particolari: il ritratto di Lilija Brick, compagna di Majakovskij, nell’atto di chiedere “Più libri per tutti” come manifesto dello spettacolo, la scenografia costituita da foto d’epoca, i brani musicali eseguiti dal vivo come a sottolineare che le emozioni antiche sono ancora vive ed attuali, la presenza in scena di Federico Martino e la fluida eleganza della sua narrazione, la coreografia della chiusura, in cui la bandiera rossa che svetta ricorda quella della Marianna nel celebre quadro di Delacroix, suggerendo un filo di similitudine fra tutte le rivoluzioni in cui i popoli rivendicano il loro diritto ad una equa distribuzione delle risorse, al cibo, alla pace.

Dalle riflessioni collettive di un gruppo di lavoro così eterogeneo è nata l’idea di realizzare questo singolare tipo di spettacolo teatrale che, da rappresentazione di un evento storico ben preciso, celebrazione tradizionale di un evento passato (in fondo, cosa c’è di più tradizionale del festeggiamento di una ricorrenza?), si è trasformata in sé in atto rivoluzionario, richiamando sul palcoscenico la necessità della libertà e della consapevolezza che tale necessità appartiene alla natura universale dell’uomo senza distinzione di alcun tipo.

Così racconta Daniela Conti, attrice e regista dello spettacolo insieme con Nino Saterno: “Sono stata felice di poter tornare sul palcoscenico dopo tanti anni, con uno spettacolo il cui contenuto mi ricorda il teatro di impegno sociale che ha caratterizzato l’inizio della mia carriera. Rosso d’Ottobre per me non è solo uno spettacolo di celebrazione storica e politica, ma è anche un messaggio sociale importantissimo: la rivoluzione come istanza fondamentale dell’uomo, come strumento di ricerca della libertà che non può che passare attraverso la consapevolezza della propria natura e dei propri desideri, attraverso la cultura e la conoscenza. Io sono una persona pacifica, lontana da me qualsiasi idea di rivoluzione armata; ma è solo attraverso il confronto, anche a costo che possa diventare scontro, con se stessi e con gli altri che si esercita la libertà del nostro essere umani.”

Il teatro è il luogo privilegiato in cui la nostra imperfetta umanità crea l’irripetibilità del gesto artistico, nell’interazione unica e magica tra il palcoscenico ed il pubblico, non mediabile da strumenti elettronici, non replicabile a distanza di tempo e di spazio; se il Teatro riesce, anche solo per il breve tempo di uno spettacolo, ad accendere il desiderio di nuova consapevolezza, allora si può dire che il Teatro è la Rivoluzione. 

Un plauso al collettivo di Rosso d’Ottobre, che si è avvalso del contributo delle singole, notevoli, personalità di ciascuno dei suoi componenti: Gregorio Anastasi, David Carfì, Daniela Conti, Renato De Luca, Giuseppe Di Marco, Luca Fiorino, Federico Martino, Antonio Saterno, Angelo Sorace e Sergio Tripodo.

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