MESSINA. Si terrà domani alle 17, a piazza Unione Europea, la manifestazione promossa dalla Rete No Ponte per chiedere al Governo nazionale di impiegare le risorse del Recovery Fund destinate al Sud per servizi, infrastrutture utili ai cittadini e messa in sicurezza dei territori e delle città.

“La lista di opere trapelata nei giorni scorsi e le linee Guida del Governo ci fanno pensare che l’orientamento prevalente in questo momento sia spendere questi soldi per rafforzare ulteriormente le aree più ricche del Centro e del Nord-Italia. Il Meridione e le isole rischiano di restare fuori dal più imponente piano di investimenti pubblici dal dopoguerra a oggi. Non possiamo permettere che questo accada. Torniamo in piazza per imporre una diversa agenda politica.
Al Sud spetta un terzo delle risorse, oltre al risarcimento per la marginalizzazione cui è stato sottoposto negli anni passati”, si legge in una nota.

“Chiediamo che questi soldi vengano utilizzati per soddisfare i bisogni dei territori meridionali e migliorare le condizioni di vita degli abitanti, offrire un futuro migliore. Non possiamo consentire che ancora una volta vengano sprecate risorse per opere devastanti e inutili come il Ponte sullo Stretto o il Tunnel. Non possiamo consentire ulteriori speculazioni ai danni dei nostri territori”, concludono gli organizzatori.

Presente domani, anche il laboratorio politico Cambiamo Messina dal Basso. “Da mesi il tam tam dei potentati economici, politici e dell’informazione ha rianimato il fronte del SI al Ponte sperando di potere svaligiare la diligenza del Recovery fund che ‘passa’ proprio in queste settimane dal nostro Paese – si legge in una nota – Purtroppo la pandemia sembra non avere insegnato nulla e c’è chi ritiene di potere continuare impunemente a  ‘saccheggiare’ le risorse dei territori con la scusa di riprendere la corsa della crescita economica interrotta dal lockdown, sperando di tornare alla ‘normalità’, senza comprendere che proprio quella ‘normalità’ era ed è il problema”.

“Di nuovo in piazza dunque per gridare NO alle grandi opere inutili, siano Ponte o tunnel nello Stretto, per indirizzare le risorse verso il finanziamento di una trasformazione radicale del nostro sistema economico e dei nostri stili di vita, per migliorare la qualità della vita di tutte e tutti, senza dimenticare che i cambiamenti climatici, di cui tanto si era parlato e manifestato nei mesi  passati, sono sempre lì a ricordarci che la vita nel nostro pianeta è quotidianamente a rischio“, conclude Cmdb.
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