MESSINA. Partirà domani, sabato 21 aprile, per il concludersi il prossimo 12 maggio, il campo antibracconaggio sullo Stretto di Messina, organizzato da Lipu-BirdLife Italia organizza – in collaborazione con i Carabinieri forestali del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri.

Il campo affianca il progetto “Rapaci migratori” della Lipu, avviato il 15 marzo scorso su due siti dei Monti Peloritani (Dinnammare e monte Ciccia), sul versante messinese dello stretto. Attivo fin dal 2004, il Progetto rapaci migratori studia a fondo la migrazione dei rapaci, raccogliendo dati e osservazioni in diversi siti di migrazione. Il campo antibracconaggio, che si avvale dell’apporto di volontari provenienti da tutta Italia, vigilerà sulle aree di migrazione della sponda calabrese dello stretto di Messina, uno dei “black spot” del bracconaggio in Italia, incluso nel Piano nazionale antibracconaggio approvato l’anno scorso. Con il Bosforo e Gibilterra, lo stretto di Messina è infatti il più importante corridoio europeo per la migrazione degli uccelli.

In queste settimane, infatti, decine di migliaia di rapaci, soprattutto falchi pecchiaioli, stanno attraversando la Sicilia e lo stretto di Messina per risalire la penisola e riprodursi in Italia e nel continente europeo. Il campo antibracconaggio servirà per salvaguardarli da atti illegali.

Sono circa trentamila i rapaci che ogni anno attraversano lo stretto di Messina, nel viaggio che dall’Africa li porta verso i luoghi di nidificazione, in Italia o nel resto d’Europa. Ma proprio per la straordinaria quantità di migratori, lo stretto resta un luogo pericoloso per gli uccelli e in particolare per i rapaci che lo attraversano, a causa di un bracconaggio che continua a insistere in particolare sul versante calabrese, nonostante si sia notevolmente ridotto nel tempo grazie all’impegno di tantissimi volontari delle associazioni. In questo periodo le opportunità per osservare rapaci in migrazione sono di particolare interesse.

Nel 2017, il progetto della Lipu ha conteggiato 22mila falchi pennaioli, duemila falchi di palude e 300 cicogne, e specie rare quali sparviere levantino, sacro, aquila imperiale, capovaccaio. Quest’anno il Progetto durerà fino al 20 maggio, beneficiando del supporto della sezione inglese della Lipu, la “Lipu Uk”. “Torniamo anche quest’anno sullo stretto di Messina con la speranza di udire solo i suoni della natura e non quelli degli spari dei bracconieri – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente della Lipu – Ringraziamo i volontari che si apprestano a presidiare le aree di migrazione e inoltre i Carabinieri forestali, che con la loro presenza insostituibile favoriscono la prevenzione dei reati e la salvaguardia dello splendido fenomeno della migrazione, un gioiello che appartiene all’intera comunità internazionale, e che grazie al progetto Rapaci migratori stiamo continuando a studiare”.

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