MESSINA. Sono le 5:20 del 28 dicembre quando la più grave catastrofe naturale mai avvenuta in Europa per numero di vittime, a memoria d’uomo, si abbatte su Messina e Reggio Calabria. Un disastro naturale, il più devastante che abbia mai colpito il territorio italiano in tempi storici, che ha una durata di appena 37 secondi. Un lasso di tempo infinitesimale sufficiente a radere al suolo due città, provocando decine di migliaia di vittime e cancellando per sempre migliaia di anni di storia.

Il terremoto di 7.1 gradi fece tremare con una violenza inaudita le due sponde dello Stretto, cogliendo Messina nel sonno e interrompendo tutte le vie di comunicazione. Poi, subito dopo, lo strascico di un maremoto, provocato probabilmente da una grossa frana sottomarina. Un’onda dirompente, che si diresse con la velocità di uno tsunami sulla costa, con un’altezza massima di 11,70 metri registrata all’altezza di Capo Sant’Alessio.

 

A ricostruire quei drammatici momenti, con l’ausilio delle più moderne tecnologie e della realtà virtuale, è un servizio di Super Quark (andato in onda nel 2019) realizzato al Museo del Novecento di Mestre, nel corso del quale è stata mostrata la simulazione 3D dell’impatto del terremoto e dello tsunami su Messina e sulla Palazzata.

 

 

Le immagini ricostruttive del Museo M9, realizzate da Carraro LAB (https://www.carraro-lab.com/2019/06/30/superquark-m9-e-la-ricostruzione-3d-del-900/)

 

Di seguito invece un servizio della Rai trasmesso il 6 aprile del 2019, e qui il link a un ulteriore approfondimento realizzato da Piero Angela

 

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