MESSINA. Il luglio appena concluso è stato ufficialmente il più caldo degli ultimi venti anni, da quando cioè la Regione Sicilia misura e colleziona i darti sull’andamento climatico e metereologico dell’isola: Ne è prova l’ultima settimana del mese, in cui si sono battuti tutti i record sul caldo registrati negli anni passati, con 36 stazioni di rilevamento, su 96 complessive, a superare il proprio record di temperatura massima delle serie 2002-2022. I record di temperature sarebbero tra l’altro stati anche di più, se non fosse che alcune stazioni non hanno dati da alcune ore a causa di problemi sulla rete causati dal grande caldo, o addirittura sono state distrutte dagli incendi. Nonostante questo, non è stato superato il record assoluto di caldo in Europa, registrato l’11 agosto 2021 con i 48,8 gradi di Siracusa.

Il 24 e 25 luglio il Servizio informativo agrometeorologico siciliano, ha elencato tutti i record riferiti alle temperature registrate negli ultimi vent’anni (serie 2002-2022). I valori più alti sono stati toccati il 24 a Noto, 47,2° (il record in precedenza era stato registrato l’11 agosto 2021 ed era di 46,1°), secondo posto per Lentini dove sono stati registrati 47,1° (contro i 47 del 10 agosto 2021) e poi Augusta, con 46,9° (il record precedente era stato registrato il giorno prima ed era di 45 gradi). Anche Messina ha sforato il record di 40,5 gradi registrato il 25 giugno 2007 toccando i 41,9 sempre lunedì scorso. Ma non solo le città, anche i comuni montani nell’ultima settimana hanno subito la mannaia del caldo e degli sbalzi di temperatura, prima fra tutti Floresta, il comune più alto della Sicilia, dove il 25 luglio sono stati registrati 36 gradi e il giorno dopo appena 21.

“Al di là dei singoli valori, è possibile tracciare un primo bilancio provvisorio dell’ondata di caldo – hanno commentato dal Sias qualche giorno fa – l’uso dell’indice climatico SU40 come valore medio regionale, vale a dire il numero medio regionale di giorni con temperatura massima superiore a 40 °C, è fino al 24 luglio pari a 4,3 giorni, mettendo in evidenza l’eccezionalità del 2023 rispetto agli ultimi 21 anni per ciò che riguarda l’abbondanza di valori estremi.

 

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