MESSINA. “Io andrò alla Regione e lo dico anche a quell’ignorante e cafone di Salvini, che è venuto ai convegni Fenapi e voleva che io entrassi nella Lega mentre ora mi taccia di essere impresentabile”. Era il 10 novembre del 2017 quando l’attuale primo cittadino di Messina, arrestato da appena due giorni con l’accusa di evasione fiscale, si scagliò contro l’odierno Ministro degli Interni al termine del processo, finito con assoluzioni e prescrizioni, sul cosiddetto “sacco di Fiumedinisi”. Lo scenario è quello del Tribunale di Messina e l’ex sindaco di Santa Teresa è più “scatenato” che mai: a finire nel suo mirino, oltre alla magistratura e al “verminaio” messinese che voleva a suo dire impedirgli di diventare sindaco di Messina, anche i grillini e il leader del Carroccio.

A fomentare la rabbia di De Luca erano state delle dichiarazioni rilasciate da Salvini subito dopo il suo arresto: “Abbiamo fatto bene a dire dei ‘no’ a qualcuno che si proponeva per le nostre liste offrendo voti e sostegno. La cronaca di oggi ci ha dato ragione”. E ancora: “De Luca era uno di quelli che si era proposto e a cui abbiamo detto ‘no grazie’”.

Tesi, questa, sempre negata da De Luca, che reagì definendo Salvini un imbroglione patentato. “Esibisca le prove o vada a….”

A distanza di nove mesi circa da quello scontro dialettico, i due avranno l’occasione per chiarirsi domani. Approfittando della visita a Furci del Ministro, De Luca ha invitato infatti Salvini a prendere una granita con lui dentro… “una baracca nel lebbrosario messinese”. Un’occasione per mettere al corrente il leader della Lega sul suo progetto di Risanamento e per sollecitare il Governo sulla dichiarazione dello stato di emergenza sanitario-socio-economico (con tanto di relativi fondi, senza i quali l’intento di De Luca rischia di arenarsi). Sempre sul tema, oggi il Sindaco incontrerà a Palazzo Zanca i deputati messinesi regionali e nazionali.

Per motivare Salvini a fare un salto in città (già fatta in realtà a novembre, in via Taormina), De Luca ha utilizzato un argomento col quale il leader della Lega va a nozze: “So bene che essendo Italiani non sono visibili come i tanti migranti che cercano e trovano rifugio in Italia. A loro nessuno ha mai garantito 40 euro al giorno per il vitto e per un tetto o, meglio, una stanza di albergo. Per questo motivo intendo accompagnarlo in una di queste 7 baraccopoli in cui abitano circa 10 mila persone in strutture precarie e fatiscenti e in condizioni di vita di gran lunga al di sotto degli standard minimi di igiene e sicurezza. Se resisterà al caldo asfissiante ed insopportabile ed olezzi malsani dell’ambiente come l’evaporazione dell’ eternit potrà degustare in una di queste baracche la vera granita siciliana, quella che da secoli è preparata a Messina”.

“Venga Ministro, venga a vedere con i suoi occhi – incalza De Luca – Sono sicuro che dopo aver constatato la gravissima situazione di degrado diventerà il nostro migliore “alleato” per rappresentare nel Consiglio dei Ministri che a Messina esiste un’emergenza che, per troppo tempo, è stata colpevolmente sottovalutata”.

 

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