MESSINA. «I malati di protagonismo che intendono cavalcare la disperazione non avranno spazio per nessuna interlocuzione. Se il patto siglato con la manifestazione di sabato scorso sarà violato mi vedrò costretto a non occuparmi più di aiuti al sistema delle imprese ma concentrerò le mie risorse per altre legittime e necessarie iniziative in favore della comunità, lasciando questo compito a chi ha più titolo, cioè allo Stato e alla Regione». È quanto scrive stamani sulla sua pagina Facebook il sindaco Cateno De Luca, che si rivolge ai promotori della protesta in scena il prossimo venerdì a Piazza Municipio, la seconda organizzata nel giro di qualche giorno in città.

Lo scorso sabato, il primo cittadino aveva sposato la causa dei ristoratori e degli esercenti riuniti davanti a Palazzo Zanca, invitando i partecipanti alla manifestazione a disobbedire all’ordinanza regionale del Governatore Musumeci prima di condurli in Prefettura, dove ha avuto un incontro con il Prefetto e il Questore.

Ieri gli stessi organizzatori della manifestazione hanno poi annunciato un nuovo evento, ma stavolta senza la presenza di politici e rappresentanti delle istituzioni. «Non vogliamo essere presi per il culo», ha spiegato in un video Santi Daniele Zuccarello, fra i promotori dell’iniziativa.

Stamani, quindi, la controreplica di De Luca, che invita i suoi interlocutori a mantenere “i patti”.

«Giusta la protesta se sfocia in proposta! Il momento – scrive – è difficile per tutti ma bisogna avere la statura di svolgere il proprio ruolo con determinazione e compatibilità verso le esigenze di tutta la comunità senza imboccare percorsi sfascisti privi di concrete soluzioni. Nell’attesa che il Governo Conte ufficializzi gli aiuti promessi, stiamo lavorando sulle nostre misure di sostegno e di rilancio per tutti i segmenti della nostra comunità perché non possiamo utilizzare le nostre energie soltanto per questa fase emergenziale perdendo di vista il futuro. Il comune di Messina e la città metropolitana di Messina non dispongono dei miliardi che ha la Regione e lo Stato ma possiamo stringere la cinghia e rinunciare definitivamente a delle momentanee entrate tributarie per contribuire ad evitare il collasso del sistema produttivo. Se fallisce il sistema produttivo buona parte delle imposte e dei tributi verranno meno per i palazzi gorverativi statali regionali e comunali e quindi ce ne andremo tutti a casa compreso il partito del 27 della pubblica amministrazione. Sabato scorso – prosegue – mi sono posto a capo della protesta degli imprenditori che stanno pagando il maggior prezzo di questa pandemia mettendo anche in discussione il mio ruolo istituzionale ma ho ricondotto la legittima protesta sempre nell’alveo istituzionale approfittando della disponibilità del Prefetto e del Questore che ci hanno ricevuti ed ascoltati.
Entro venerdì 30 ottobre, per come promesso al tavolo con gli organizzatori della manifestazione – conclude – ufficializzerò tutti gli aiuti che posso mettere in campo e vi assicuro che non saranno da meno di quelli che altri comuni metteranno a disposizione delle rispettive comunità».
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