MESSINA. Un emendamento al ddl sicurezza, proposto dalla Lega, per inasprire le misure nei confronti di chi manifesta contro la realizzazione di opere pubbliche. E’ il contenuto del documento che ha come primo firmatario il deputato Igor Iezzi, attualmente in discussione in commissione Affari Costituzionali, che prevede l’innalzamento delle pene “da un terzo a due terzi” per chi in modo “minaccioso o violento” protesta contro le opere infrastrutturali strategiche, e che da molti è stato visto come un mettere le mani avanti quando si inizierà a lavorare nei cantieri del ponte sullo Stretto (cosa non imminente, nonostante le rassicurazioni da parte del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini).
Questo è bastato per scatenare la reazione da parte dei movimenti che si oppongono alla realizzazione del ponte: “É evidente che l’iniziativa di Salvini e dei suoi manifesta un deficit di consenso. Hanno capito benissimo che le comunità che abitano lo Stretto il ponte non lo vogliono. Vogliono, dunque, imporlo con la forza. Sappiano che non ci fanno paura”, spiega in un comunicato il movimento “Spazio NO ponte”.
La prende con ironia invece il comitato No Ponte Capo Peloro: “Lo dice il pescespada, lo dice il capodoglio, il ponte sullo Stretto non lo voglio”: lo storico slogan delle manifestazioni no ponte in riva allo Stretto di Messina rischia di costare caro ai due se fosse approvato l’emendamento leghista al ddl sicurezza che prevede l’inasprimento delle pene nel caso in cui “la violenza o minaccia è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica”. Ridiamo, ma è veramente assurdo l’emendamento che sembra “cucito” per le proteste no ponte in corso e che diventeranno sempre più incisive se il minacciato, questo si, progetto del ponte sullo Stretto dovesse andare avanti. La nostra protesta non è né violenta né ideologica ma diremmo costituzionale, nel senso che ci appelliamo all’art.9 della Costituzione Italiana che dice che la Repubblica tutela il paesaggio, l’ambiente, gli ecosistemi, la biodiversità, e l’articolo 21 che recita “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Parafrasando un altro slogan gridato nel corteo no ponte di Villa San Giovanni del 18 Maggio “Ci vogliono intimorire ma non abbiam paura, la lotta in piazza sarà più dura”.