MESSINA. Dopo le polemiche per le frasi sull’ex presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci,  l’assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia Vittorio Sgarbi finisce nel mirino di Potere al Popolo Messina per il “caso” Cecilia Strada, l’attivista, figlia del medico fondatore di Emergency, che nei giorni scorsi aveva pubblicato su Facebook una foto di un muro con la scritta “Non scopate con i fascisti. Non fateli riprodurre”: un post che in poche ore è divenuto virale, sollevando molto dibattiti e critiche, tra cui quella dell’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, che aveva replicato tirando in ballo i comunisti (“Fatelo anche con le comuniste! Anche solo per dar loro una gioia che non hanno mai avuto”).

“Soltanto ieri, 14 febbraio, festa degli Innamorati – si legge in una nota di Potere al Popolo – si è svolto in tutto il mondo il One Billion Rising, manifestazione che in più di 200 paesi celebra la parità delle donne in amore e nelle relazioni interpersonali, denuncia gli stupri e i femminicidi e attraverso la danza collettiva rivendica per il corpo femminile il diritto all’espressione e al piacere. Peccato che in Italia basta una donna attivista e libera come Cecilia Strada che pubblica sui social una foto contenente una scritta goliardica sui muri per scatenare le peggiori reazioni sessiste non solo della rete, ma della politica declinata al maschile, fra i quali spiccano Ignazio La Russa e Vittorio Sgarbi”.

“La scritta – prosegue il comunicato – invitava scherzosamente a non ‘scopare con i fascisti per non farli riprodurre’: da qui il violento attacco di Sgarbi, che è subito passato alle offese personali, asserendo: ‘La figlia di Gino Strada può stare tranquilla: non troverà fascista che voglia fare sesso con lei, e tanto meno riprodursi in lei; non vorranno darle una gioia, sacrificandosi. La figa è un’altra cosa, e non ha orientamento politico. Per questo faticherà a trovare anche comunisti disposti a fare sesso con lei. Diciamo che la questione non è politica, e finirei qui’. Riteniamo come PaP – Messina che queste parole siano un tristemente noto concentrato di misoginia, becero maschilismo e inarrivabile cattivo gusto, che offendono non solo Cecilia Strada, ma con lei tutte le donne e quell’elettorato femminile che Sgarbi ha dato prova di disprezzare, relegandolo al ruolo subumano di ‘figa’. Se le donne per Sgarbi contano soltanto in funzione della loro possibile appetibilità sessuale e del ruolo riproduttivo, evidentemente ne sta negando la complessità di persone, di individui e con essa i diritti e la dignità che ne conseguono. Chiediamo pertanto le opportune dimissioni di Vittorio Sgarbi da assessore beni culturali e dell’identità siciliana della Regione Sicilia: un politico e rappresentante istituzionale che si esprime così nei confronti di un genere non può rappresentare le donne. E se non rappresenta le donne non rappresenta nemmeno il popolo”.

A dire la sua in merito alle dichiarazioni di Sgarbi anche l’Amministrazione comunale di Messina: “Ci lasciano sconcertati le espressioni utilizzate dall’assessore Sgarbi con riferimento a Cecilia Strada. Si tratta di affermazioni profondamente sessiste, violente ed offensive della dignità femminile. Siamo fermamente convinti che sia anche lo spessore umano a fare lo spessore politico ed istituzionale di una persona e ci chiediamo come ci si possa mettere a servizio della comunità se si è così sprezzanti verso le persone, come si possa essere persone di cultura senza avere cultura del rispetto. Nell’esprimere solidarietà a Cecilia Strada, chiediamo al presidente Musumeci di assumere immediatamente provvedimenti adeguati”.

Sempre ieri avevano fatto molto discutere le parole dell’assessore e critico d’arte in merito alla mancata conferma di Giuseppe Antoci alla guida del Parco dei Nebrodi. “Antoci – ha detto Sgarbi – si è dichiarato un emblema dell’antimafia. Ma che tipo di mafia c’è lì? Quella che gli ha sparato alle gomme dell’auto? Non voglio polemizzare con lui ma se la mafia vuole uccidere qualcuno riuscirà a ucciderlo? Quell’attentato lo ha consacrato, sembrano le cose di Crocetta che infatti lo difende. Io vorrei sapere cosa ha fatto Crocetta contro la mafia, per me hanno fatto qualcosa Mori e il capitano Ultimo. Ora, quelli che fanno qualcosa contro la mafia li inquisiscono e quelli che non fanno un cazzo sono i santi dell’antimafia, basta, devono smetterla”.

“Antoci – ha proseguito l’assessore – è diventato un santo con quell’attentato, è una brava persona, per carità, ma il Parco dei Nebrodi è pieno di pale eoliche, che sono emblema della mafia, sono lì, attaccate, se ci sono le pale eoliche nel parco dei Nebrodi vuol dire che la mafia ha vinto e Antoci ha perso. Non trovo niente di strano sulla sua sostituzione”.

 

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