MESSINA. Con una sentenza del TAR del Lazio, pubblicata in data 14 settembre 2018, sono sopraggiunte importanti novità rispetto alla problematica dei quasi 2000 posti nelle facoltà a numero chiuso nazionale rimasti liberi  tra quelli riservati agli extracomunitari.

A spiegare la questione e le recenti news è Enrico Gulluni, coordinatore nazionale dell’UDU: “Da anni l’UDu si batte affinché questi posti siano riassegnati e non restino  vacanti, andando a restringere ulteriormente la già ridotta platea  disponibile per i corsi a numero chiuso nazionale. Anche per l’anno accademico 2017/2018 abbiamo presentato dei ricorsi sulla questione, sempre con il patrocinio degli Avv.ti Michele Bonetti e Santi Delia: ora Il T.A.R. del Lazio con una sentenza di merito ha definitivamente affermato, ponendo fine ad un orientamento controverso, i criteri di riassegnazione dei posti rimasti liberi e che verosimilmente saranno a breve utilizzati da parte del Ministero per far scorrere le graduatorie relative a tutti i corsi a numero chiuso dell’anno accademico 2017/2018.
Il MIUR e gli atenei dovranno innanzitutto valutare quanti posti
riservati agli extracomunitari sono rimasti vacanti; poi dovranno tenere
conto di quanti studenti abbiano diritto all’immatricolazione per
effetto di provvedimento giurisdizionale favorevole; successivamente,
potranno assegnare i posti residui mediante il “normale” scorrimento
delle graduatorie. Chiediamo quindi che già quest’anno, all’uscita delle
graduatorie, se si dovesse verificare nuovamente la situazione di posti
rimasti liberi, il Ministero proceda immediatamente con la riapertura
delle graduatorie”.

Così invece gli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia: “Si tratta di
un provvedimento che costringe il MIUR a far scorrere finalmente le
graduatorie. Ancora una volta abbiamo  avuto la dimostrazione che questo sistema deve essere superato. Le irregolarità ogni anno continuano ad essere molteplici, e su quelle continueremo a dare battaglia. Anche quest’anno sono arrivate numerose segnalazioni, che stiamo verificando e valutando ai fini di promuovere ricorsi collettivi che permettano l’accesso in sovrannumero di quanti più studenti possibili. Prendiamo ad esempio un fatto emerso dai giornali in questi giorni, ovvero i plurimi accessi ai motori di ricerca sulle domande del test, avvenuti durante lo svolgimento della prova: questo fa senza dubbio presupporre una violazione palese delle norme, ma difficilmente il fatto potrà portare ad una ammissione generalizzata, considerando l’esito negativo di una situazione analoga avvenuta nel test di accesso alle scuole di specializzazione di tre anni fa. Ad oggi ci stiamo concentrando
sull’analisi di alcune domande la cui soluzione data dal Ministero
potrebbe risultare errata. Stiamo ultimando le nostre verifiche e a
breve sapremo dare indicazioni precise rispetto ad azioni legali sulla
questione”.

Conclude Gulluni: “Esprimiamo soddisfazione per questa sentenza, che
sancisce, ancora una volta, come le nostre ragioni siano giuste. Ora il
Ministero dovrà riaprire immediatamente le graduatorie per permettere agli studenti di immatricolarsi in tempi utili. E oltre a questo, dovrà avviare con gli studenti un dialogo per affrontare seriamente il tema del numero chiuso: il Governo dimostri che il cambiamento non è solo uno slogan vuoto!”.

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