MESSINA. Si chiude anche in appello il processo “Corsi d’oro”, la prima inchiesta sulla formazione professionale in Sicilia, scattata nel 2013. La Corte d’appello, presieduta dal giudice Francesco Tripodi, ha ridotto quattro condanne e disposto una prescrizione. “Sconto” di pena per Elio Sauta, presidente dell’Aram, condannato a 5 anni (ha avuto anche un’assoluzione parziale) e per la moglie Graziella Feliciotto. condannata a 2 anni e 2 mesi. Pena ridotta anche per Chiara Schirò, moglie dell’ex parlamentare Pd poi in FI, Francantonio Genovese, condannata a 1 anno 8 mesi pena sospesa; infine 8 mesi pena sospesa per Carmelo Capone, ex assessore comunale e rappresentante dell’Ancol: per lui anche una prescrizione parziale. Prescrizione per Salvatore Giuffrè. Conferma per tutti gli altri.
I giudici inoltre hanno confermato le statuizioni civili in favore delle altre parte civili. A maggio, l’accusa aveva chiesto alla Corte d’Appello 10 condanne e 3 conferme di pena. Il processo di primo grado, nei confronti di 13 persone fisiche e 5 società, si era concluso il 31 marzo 2017 con 11 condanne e 2 assoluzioni. La sentenza di primo grado fu pronunciata dai giudici della seconda sezione del Tribunale. All’epoca il tribunale decise per Elio Sauta 7 anni e 6 mesi, Graziella Feliciotto a 3 anni e 6 mesi, Chiara Schirò a 2 anni e 2 mesi, Concetta Cannavò 1 anno, Daniela D’Urso 4 mesi. Furono condannati inoltre Natale Lo Presti, 1 anno e 5 mesi, Nicola Bartolone, 1 anno e 4 mesi, Carlo Isaja, 6 mesi, Carmelo Capone, 2 anni, Salvatore Giuffè, 1 anno e 8 mesi, Daniela Pugliare, 3 mesi. Assoluzione per Natale Capone e Giuseppe Caliri. Inoltre applicate sanzioni amministrative per 5 società.
Le accuse contestate a vario titolo erano di associazione finalizzata al peculato ed alla truffa, reati finanziari e falsi in bilancio connessi alla gestione degli enti di formazione professionale, peculato, truffa e tentata truffa ma il tribunale ha riqualificato i reati di peculato in truffa.
