MESSINA. La provincia di Messina si piazza al terzo posto in tutta Italia fra i territori che hanno recuperato più velocemente le performance pre-covid nel comparto delle costruzioni. È quanto emerge dall’analisi realizzata dal Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sul valore aggiunto provinciale del 2021 e i confronti con il 2019, che è una delle tradizionali attività di misurazione dell’economia dei territori realizzata dal sistema camerale. Secondo lo studio, che prende in esame vari settori produttivi, sulla scia dei provvedimenti governativi, la provincia peloritana è cresciuta nel campo dell’edilizia del 37,6%, preceduta solo da Terni (quasi 42%) e Perugia (39,8%).

Nel complesso, e in base ai dati, solo 22 province su 107 si sono lasciate alle spalle nel 2021 la crisi causata dalla pandemia, superando la ricchezza prodotta nel 2019 a valori correnti, e più della metà si trova in Campania e Sicilia. Crescite al top del valore aggiunto si registrano a Enna +2,9%, contro la media nazionale del -1,2%, sebbene Milano si confermi al primo posto per reddito prodotto pro-capite con 49.332 a testa. Tra il 2021 e il 2019 le maggiori difficoltà di recupero si riscontrano invece lungo tutte le province bagnate dal Mare Adriatico (-1,8%), in Toscana (-2,4%) e nel Triveneto (-2,3%). È soprattutto l’edilizia a segnare gli incrementi di valore aggiunto più elevati (+12,6%), con punte superiori al 30% nell’Umbria e in gran parte della Sicilia. In crescita anche l’industria manifatturiera. A fare più fatica è, invece, il comparto dei servizi (-2,7%) su cui pesa la difficile rimonta delle attività connesse al turismo (-27,2%), con riflessi negativi soprattutto sulle città metropolitane

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