MESSINA. Anche le Isole Eolie beneficeranno dei fondi Pnrr, e lo faranno con delle proposte che potrebbero stravolgere (positivamente) la vita di loro abitanti. Perché il condizionale? Mentre il Ministero della Transizione Ecologia ha, infatti, approvato le schede progetto (non i progetti) presentate dal comune di Lipari (per un totale di 53 milioni di euro), la nuova amministrazione locale del sindaco Riccardo Gullo, che segue quella terminata a maggio 2022 del sindaco Marco Giorgianni (sotto la quale sono state presentate le idee) deve procedere con un bando per la selezione dei tecnici che dovranno poi realizzare i progetti veri e propri, nonché verificare la fattibilità delle stesse schede.

A spiegare ciò è proprio il sindaco Gullo, che evidenzia come, nonostante «le schede resteranno le nostre linee guida», sta «aspettando solo il decreto per dare il via all’acquisizione del personale, così come previsto nel Pnrr. C’è un ritardo nazionale per quanto riguarda il reperimento dei fondi, ma ci atterremo al procedimento in atto. La gente può stare tranquilla». Ad oggi, quindi, non si sa per certo come verranno spese le risorse, e l’ultimo aggiornamento è l’arrivo della prima tranche di fondi qualche settimana fa.

In cosa consistono le schede? Impianti di dissalazione e potabilizzazione per le isole di Stromboli (e Ginostra), Panarea, Alicudi, Filicudi, per la frazione di Acquacalda in Lipari; impianti di produzione da fonte rinnovabile (Geotermia a media entalpia) per l’isola di Panarea e Stromboli; impianti di compostaggio per piccole comunità per tutte le isole; valutazione di massima dei fondi necessari alla realizzazione dei siti di conferimento per le isole di Stromboli e Panarea; impianti eolici; impianti per la produzione di energia elettrica dal moto ondoso; e impianti per la raccolta, il trattamento e la potabilizzazione delle acque piovane (isola di Stromboli). Queste (eccetto due) sono state sì presentate dal Comune di Lipari, ma realizzate da un gruppo di tecnici e ingegneri composti dall’ingegnere Giuseppe Fulco, da Acea spa e Wood spa (Società leader nel settore dell’impiantistica a livello multinazionale) che, gratuitamente e volontariamente, avevano predisposto le schede di progetto per presentare domanda di ammissione a finanziamento con i fondi del Pnrr.

Quali sono le due che non sono mai state presentate? «Purtroppo, la sera prima della scadenza (poi peraltro prorogata di qualche settimana), il sindaco Giorgianni e l’energy manager Carmelo Prestipino (oggi ex energy manager del Comune di Lipari, ndr) hanno “rivisto“ le cifre previste dai progettisti, favorendo altre tipologie di progetto, ed hanno eliminato alcuni progetti ritenuti strategici, ad esempio il dissalatore di Ginostra (va detto, però, che il Comune può chiedere questo tipo di modifiche, all’interno della tipologia di interventi previsti, alla commissione, e certamente questo verrebbe approvato) – sottolinea l’ingegnere Giuseppe Fulco – E non è stato presentato neanche il dissalatore ad Acquacalda, che a quanto mi consta è l’unica frazione di Lipari non servita dall’acquedotto». Inoltre, sono state per lasciate agli uffici tecnici, allora coadiuvati dall’energy manager del Comune, le eventuali stesure delle schede complementari necessarie per il raggiungimento delle 18 schede (numero minimo di progetti da presentare, 3 per ogni isola gestita) per il comune di Lipari (efficientamento edifici pubblici, mobilità elettrica ed efficientamento della rete di distribuzione elettrica, quest’ultima di pertinenza del distributore Enel).

Se fino ad ora l’isola di Stromboli ha sempre rischiato di rimanere senz’acqua in caso di emergenza, specialmente quando c’è maltempo, sottomettendosi al mercato dell’acqua potabile che arriva con le navi, grazie ai fondi Pnrr potrebbe svincolarsi e realizzare un impianto di dissalazione e potabilizzazione e un impianto per la raccolta, il trattamento e la potabilizzazione delle acque piovane. Si tratta di un servizio che ad oggi pesa alle casse del Ministero della Difesa per un totale di 14 euro al metro cubo, e il cui costo, con l’impianto, si ridurrebbe a circa 1 euro al metro cubo. Come scrive l’Autorità Nazionale Anticorruzione, questo servizio permetterebbe di superare «la sostanziale situazione di monopolio esistente per il trasporto di acqua potabile, che vede un numero ridottissimo di armatori in possesso delle autorizzazioni necessarie (di fatto due, che detengono il controllo di una terza società); e un esiguo numero di navi cisterna idonee (attualmente 15, alle quali se ne aggiungono tre possedute dalla Marina Militare)».

«Si sono manifestamente detti contrari o molto perplessi l’allora l’energy manager Carmelo Prestipino e l’allora Direttore INGV Sicilia Franco Italiano», dice Fulco. «L’amministrazione aveva un tot di budget e ha dovuto fare delle scelte, anche politiche – gli risponde Prestipino – Per quanto riguarda il caso specifico di Panarea, che ho seguito personalmente con Franco Italiano, si parlava di un impianto di Geotermia e volevano fare tre impianti sull’Isola, che però è troppo piccola. Pertanto si era pensato di farne solo uno».

 

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