MESSINA. C’è un altro ostacolo, stavolta grande, sulla strada della delibera “salvacolline”, l’ormai famosa variante di salvaguardia al piano regolatore, approvata in giunta il 15 febbraio e oggetto di un mese di polemiche e tira e molla tra l’amministrazione guidata da Renato Accorinti, il consiglio comunale e un paio di dipartimenti regionali.

Uno di questi, il Genio civile di Messina, oggi sgancia la bomba, revocando il parere alla variante, favorevole benchè condizionato con prescrizioni, rilasciato un anno fa. Perchè? Perchè, scrive l’ingegnere capo del Genio civile di Messina Leonardo Santoro, mancano proprio le prescrizioni. Che il comune non avrebbe seguito.

Nell’ordine, Palazzo Zanca non ha prodotto “un nuovo studio di microzonazione sismica che preveda, tra i dati di base, le ulteriori risultanze geologiche compendiate nello studio dell’Enea (ente nazionale energia e ambiente)”. Secondo Santoro, la procedura è stata solo “avviata”. “Tale mancata redazione dello studio – prosegue l’ingegnere capo – espone, pericolosamente, qualsiasi intervento di pianificazione urbanistica, ancorché riduttiva, agli imprevedibili effetti, sul costruito e sull’edificabile, di una eventuale amplificazione dell’accelerazione sismica dovuta alla particolare natura dei terreni di sottosuolo presenti nei centri abitati di Messina”.

Anche la prescrizione numero tre sarebbe stata disattesa: “E’ stata trasmessa una relazione geologica parziale limitata alle sole aree Zis e Zir, quelle oggetto di future edificazioni, e non una nuova relazione da estendere a tutte le arre in cui sono stati previsti trasferimenti di cubature. Questo, sostiene Santoro, non consente di poter accertare “la conformità geologica dei terreni oggetto del trasferimento di cubatura”. Basta? Nemmeno per idea.

L’ingegnere capo lamenta anche la mancata trasmissione del nuovo regolamento edilizio comunale, “modificato rispetto a quello già esitato favorevolmente da questo ufficio. Questo punto si ricollega al precedente: dal momento che “sposta” la volumetria eventualmente eccedente rispetto a quella proposta per le zone Zis e Zir, e dal genio Civile sostengono di non sapere dove, c’è la necessità di una relazione geologica estesa e non limitata alle sole ex aree Zis e Zir.

E quindi: occorrono una nuova relazione geologica di tutto il territorio comunale interessato dalla variante di salvaguardia, un nuovo regolamento edilizio comunale e studi di microzonazione sismica più approfonditi, su tre livelli, che dovranno approdare sulla scrivania dell’ingegnere capo del Genio civile per ottenere l’ok da parte dell’ufficio regionale.

Che la sua non sia una battaglia personale, Santoro ci tiene a sottolinearlo nella parte finale, prima tendendo la mano (“Quest’ufficio resta disponibile, stante il carattere specialistico delle attività richieste, a supportare codesta amministrazione nel merito dei riferimenti normativi e procedurali da adottare per la messa a punto degli atti richiesti”, spiega la circolare), e poi citando “diverse crisi sismiche recenti”, da quella in Umbria e Marche del 1997 a quella dell’Emilia nel 2012, dovute a “fenomeni di amplificazione sismica di sito dovuti alla presenza di terreni, la cui natura sarà da considerare, in futuro, inidonea all’edificazione in assenza di adeguati studi di microzonazione sismica”.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments