MESSINA. “Abbiamo atteso, abbiamo sperato, abbiamo coltivato illusioni, ma ad oggi di risultati concreti, da parte del Comune ce ne sono stati pochi”. Una delusione, quella dell’Unione degli inquilini di Messina, da anni impegnati in una “battaglia” per il diritto alla casa, che li ha portati questa mattina ad occupare l’aula consiliare di Palazzo Zanca.
“Da circa un anno – raccontano i manifestanti – aspettiamo che vengano attuate le riforme che l’amministrazione si era impegnata ad attuare, anche pubblicamente, dopo la firma del comodato d’uso che concedeva agli allora occupanti del Palazzo San Leone e della scuola ex Foscolo di abitare temporaneamente nei locali della scuola in attesa che venissero attuati progetti di autorecupero, da aprire alla cittadinanza, al fine di consentire a tutti l’accesso ad un alloggio sociale”.
I fatti risalgono al 10 ottobre del 2015, quando 13 famiglie, per un totale di 35 persone, hanno occupato il Palazzo San Leone, ex caserma dei carabinieri in via Gesù e Maria. Una presa di posizione che aveva portato i suoi frutti, con la concessione da parte del Comune di abitare la ex Foscolo tramite un accordo istituzionale che garantisse un alloggio, in comodato d’uso, alle famiglie in emergenza abitativa. Ma nonostante gli accordi legati a progetti di housing sociale, appena sei mesi dopo è arrivata l’ordinanza di sgombero e il successivo trasferimento di 11 famiglie (fra cui 20 minori) nei locali della scuola. Un trasloco non accettato da parecchi nuclei familiari, che hanno preferito tornare a vivere nelle baracche.
“La situazione abitativa a Messina è allarmante – sbottano gli occupanti – Basti pensare che in base ai dati del 2013 ci sono stati ben 400 sfratti e 368 pignoramenti nel corso dell’anno. Alla nostra associazione sono iscritte circa cinquanta famiglie a fronte di circa tremila nuclei familiari (12mila persone) che vivono nelle baracche. Le domande di accesso all’edilizia residenziale pubblica sono 700 ma la graduatoria oggi assegna un alloggio soltanto a 63 aventi diritto”. Un problema aggravato dalla presenza di due diverse graduatorie – l’una per il risanamento e l’altra per l’edilizia residenziale – che spesso si mischiano fra loro.
“Sappiamo benissimo che il ricorso all’autorecupero è insufficiente, ma il Comune poteva ricorrere ad altri strumenti, come ad esempio l’articolo 26 della Sblocca Italia per reperire immobili all’Agenzia del demanio”, si legge nella piattaforma rivendicativa dell’Unione, che auspica un immediato cambio di rotta proponendo sei punti programmatici per garantire a tanti cittadini una prospettiva di futuro.
Fra le proposte del sindacato: il riconoscimento dello status di “struttura per l’emergenza abitativa” dell’ex scuola Pietro Donato, da rendere abitabile; i lavori di manutenzione per rendere “dignitosa” l’ex scuola Foscolo; l’avvio di progetti di recupero utilizzando l’articolo 26; l’istituzione di una commissione composta dalle OO.SS degli inquilini, dal Dipartimento Servizi Sociali e da quello per le politiche alla casa; la riapertura di un bando per l’accesso ai contributi da destinare ai morosi incolpevoli; la creazione di un tavolo tecnico sul disagio abitativo al fine di monitorare il fenomeno.
Sei “punti cardine” che saranno discussi lunedì 27 in Giunta, come assicurato dagli assessori Sebastiano Pino e Gaetano Cacciola.